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Napoli, litiga con una ragazzina, 16enne preso a calci in faccia da due giovani davanti a scuola

Un giovane napoletano è stato picchiato mercoledì all’uscita dal liceo; sarebbe un raid punitivo per una discussione di qualche giorno prima con una coetanea.
A cura di Nico Falco
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Dopo aver litigato con una sua coetanea è stato aggredito davanti a scuola da due giovani che gli hanno spaccato il naso. E si tratterebbe di una spedizione punitiva: ad aggredirlo sarebbe stato il fidanzato della ragazza, spalleggiato da un amico. Ci sarebbe questo dietro il pestaggio di un 16enne napoletano, arrivato mercoledì all'"Ospedale del Mare" di Ponticelli e operato per frattura delle ossa nasali; il ragazzo è ancora ricoverato, il calcio in faccia gli ha causato anche delle lesioni a un occhio ma i medici hanno escluso conseguenze permanenti. La denuncia non è stata ancora presentata, i genitori lo faranno non appena il figlio lascerà l'ospedale e a quel punto spetterà alle forze dell'ordine appurare se effettivamente c'è una relazione tra i due episodi.

Il litigio risale a sabato scorso, 7 settembre, in "piazzetta Orientale", ovvero largo San Giovanni Maggiore, e ha coinvolto il 16enne e una ragazza della sua stessa età. L'aggressione, improvvisa e alle spalle, nella mattinata dell'11 settembre, mercoledì, la vittima aveva appena lasciato il liceo Caccioppoli di via San Giovanni de Matha e si trovava davanti all'istituto Caruso.

Il giovane è stato colpito alle spalle da uno ragazzo di qualche anno più grande che lo ha schiaffeggiato, buttato a terra e gli ha sferrato un calcio in faccia, mentre un altro, che probabilmente era arrivato con lui e faceva da "palo", assisteva. I primi a intervenire in soccorso sono stati alcuni docenti del Caruso, che lo hanno accompagnato al Caccioppoli. Tutto è avvenuto in una manciata di secondi: il 16enne era uscito da scuola alle 11 e aveva incrociato la madre, meno di 5 minuti dopo le aveva telefonato dicendo di essere stato picchiato. Racconta la donna a Fanpage.it:

Mio figlio adesso sta bene. È stato operato al naso, fortunatamente il calcio non ha causato lesioni permanenti all'occhio. Sabato sera, mi ha spiegato, aveva litigato con una ragazza che aveva sparlato di una sua amica; c'era stato un diverbio, si erano insultati a vicenda e mio figlio, vedendo che con lei era impossibile parlare, le aveva detto che avrebbe chiarito col fidanzato.

Mercoledì ero davanti alla scuola di mio figlio, erano le 11. L'ho visto passeggiare con gli amici, l'ho salutato e mi sono allontanata. Appena ho girato l'angolo mi è arrivata una telefonata da un numero che non conoscevo: era lui che, col cellulare di un professore del Caruso, mi diceva di raggiungerlo a scuola perché era stato picchiato. Alle 11.04 l'avevo visto da lontano, alle 11.06 era già nel liceo col naso rotto.

Quel ragazzo lo ha strattonato per lo zaino, gli ha tirato due schiaffi, lo ha fatto cadere a terra e gli ha tirato un calcio in faccia. Quando mio figlio si è rialzato ha visto l'aggressore che scappava e un altro giovane che era di fronte, evidentemente stava facendo da palo all'amico. Nè mio figlio né i suoi amici avevano mai visto il responsabile, non frequenta quella zona. Da mercoledì nessuno dei giovani che conosce in piazzetta Orientale si è fatto sentire, nemmeno la ragazza con cui aveva litigato.

"Viviamo in tempi in cui si fanno regolamenti di conti anche tra minori, per questioni futili poi – commentano Francesco Emilio Borrelli e Pino Grazioli, a cui si è rivolta la madre del 16enne – a Pompei un ragazzino è stato accoltellato il primo giorno di scuola. Stiamo assistendo ad a degenerazione sociale, ad una deriva violenta senza precedenti. Non solo sempre più giovani sembrano desensibilizzati alla violenza ma da essa ne sono attratti, è un mantra di vita, l'unico modo in cui riescono ad esprimersi. Cosi volano pugni, bastonate, coltellate e colpi di pistola come se nulla fosse. Un'emergenza che va fatta rientrare, ma ci vorrà del tempo e tanto lavoro, con una nuova impostazione nell'educazione e nella cultura. Anche per questo ci battiamo aspramente contro i simboli e le proclamazioni della violenza, della criminalità e delle mafie. Agli aggressori del giovane dico di costruirsi, tanto li trovano e li prendono, li prendono sempre in questi casi, ed allora sarebbe peggio".

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