Napoli, libreria vuota nel periodo di Natale, appello dei titolari: “Resistiamo da 6 anni ma così non ce la possiamo fare”
Non ha toni di rabbia, semmai di sconforto, l'appello-sfogo dei titolari di A&MBookstore, libreria- caffetteria di via Duomo (al civico 93). L'immagine di un locale pieno di libri ma vuoto di persone è di fine giornata di lavoro, 22 dicembre, ore 18: «Una libreria vuota. Un centro storico deserto. Non ci sono turisti. I residenti non fanno regali, o almeno sono pochi quelli che acquistano nei negozi. Un Natale strano, forse l’ultimo che faremo qui».
E continua: «Napoli, città del nostro cuore, il 3 gennaio saranno 6 gli anni che resistiamo ma così proprio non ce la possiamo fare! Eppure abbiamo resistito ad una pandemia, superato il trauma di un furto, oltrepassato ogni crisi o barriera pur di restare. Abbiamo imparato perfino a ridere dei problemi e a sorridere nei momenti di sconforto ma così proprio non ce la possiamo fare. Napoli, città del nostro cuore, perdonaci se stiamo valutando l’ipotesi di abbandonarti, non avremmo mai voluto voltarti le spalle ma sentiamo che tu le stai voltando a noi».
Andrea e Anna, titolari della libreria (che firmano col figlio Alessio tutti i post), continuano nel loro post-sfogo su Facebook: «Forse abbiamo sbagliato qualcosa ma in tutto quello che abbiamo fatto ci abbiamo messo sempre il cuore e nel frattempo lo abbiamo detto più volte: Sostenete le piccole realtà! Sostenetele quando sono aperte, e fatelo sempre, non solo quando lo chiedono. Con il cuore a pezzi, vi auguriamo una buona domenica e concludiamo così un'altra giornata, senza più sperare che domani sarà migliore».
L'allarme che potrebbe portare alla chiusura del locale arriva dopo quello di un'altra libreria indipendente a Porta di Massa, la "Macondo 99" che pure potrebbe a breve chiudere i battenti. A tirare le fila di questa situazione è un altro libraio-editore, Pasquale Langella, animatore del rinnovato ottimismo intorno a Port'Alba, la strada del libri e delle librerie di Napoli: «Credetemi, per uno che fa il loro stesso lavoro, almeno per me, non è una gioia per un "concorrente" in meno ma una sconfitta per quel mondo di carta che tanto difendiamo e cerchiamo nel nostro piccolo di non far morire».
Miryam Gison, motore instancabile della Libreria "La Bottega delle parole" di San Giorgio a Cremano, scrive: «Oggi siamo scese in cinque a lavorare, ovviamente "volontarie", mamme che hanno lasciato a casa bambini e organizzato il tutto. Dalle 17 in poi è stato il vuoto. E quelli sono i momenti in cui le parole resistere e restare sembrano perdere ogni senso. Un abbraccio forte ragazzi. Librerie come la vostra dovrebbero avere il pienone sempre».