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Napoli, l’arcivescovo Battaglia parte da detenuti e periferie: a Poggioreale la messa di Quaresima

Il nuovo arcivescovo di Napoli monsignor Mimmo Battaglia ha espresso il desiderio di celebrare messa all’interno del carcere partenopeo di Poggioreale il giorno di Quaresima il 21 febbraio. Domani “don Mimmo” si insedierà nell’arcidiocesi partenopea con una messa solenne nel Duomo. Non ci sarà il cardinale Sepe, ancora convalescente dopo aver contratto il Covid-19.
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Il nuovo arcivescovo di Napoli monsignor Mimmo Battaglia ha espresso il desiderio di celebrare messa all’interno del carcere partenopeo di Poggioreale. Secondo notizie diffuse dall’ufficio di pastorale carceraria della Curia, la visita del nuovo pastore della più importante diocesi del Meridione è stato già fissato per la prima domenica di quaresima, il prossimo 21 febbraio. In quella data, infatti, si celebrerà la giornata di preghiera per i carcerati ed il nuovo pastore incontrerà per la prima volta i detenuti.

Già nelle scorse ore, prima ancora dell’insediamento ufficiale come successore del cardinale Crescenzio Sepe, don Mimmo, come ama farsi chiamare, ha effettuato un vero e proprio “blitz” nella casa di accoglienza della pastorale carceraria “Liberi di volare”, dove ha potuto dialogare con una ventina di detenuti, italiani ed extracomunitari, accolto dal cappellano del carcere di Poggioreale e responsabile della pastorale carceraria della diocesi di Napoli, don Franco Esposito. Don Battaglia ha voluto iniziare così il suo giro per le “periferie esistenziali” di Napoli, dopo una vita spesa al servizio della Chiesa e degli ultimi.

Quando era vescovo nel Beneventano, spesso il vescovo Battaglia si recava a visitare i ragazzi minorenni rinchiusi nella casa circondariale di Airola e tutto fa pensare che i detenuti saranno al centro di una delle sue priorità pastorali. Quando fu nominato vescovo, la sua prima visita ufficiale fu proprio al carcere di Airola, visitato anche tra Natale e Capodanno scorsi. A Napoli si ripete, quindi, lo stesso schema, dal forte valore simbolico.

Tutto fa presagire che continuerà il lavoro già iniziato in Calabria e poi nella diocesi di Cerreto Sannita a favore dei più deboli: cinquantasette anni, sacerdote dal 1988, il vescovo Battaglia ha, infatti, guidato fino al 2016 il Centro calabrese di Solidarietà, una comunità per il recupero delle persone tossicodipendenti. Dal 2000 al 2006 è stato presidente dell’opera della diocesi di Catanzaro che si occupa di contrasto alla povertà. Per quasi dieci anni è stato presidente dell’ente nazionale che riunisce tutte le comunità terapeutiche per tossicodipendenti. Domani alle 17 si terrà il suo ingresso ufficiale nell’arcidiocesi con una messa solenne in Duomo, a cui non parteciperà, però, il cardinale Sepe, ancora convalescente dopo essere guarito dal Covid-19.

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