video suggerito
video suggerito

Napoli, la camorra usa le chat sulla Playstation per evitare le intercettazioni. Il boss diventava “zia Maria”

Le chat dei videogame su Playstation sono molto complesse da intercettare. I clan napoletani lo sanno e le usano per le “imbasciate”
A cura di Redazione Napoli
66 CONDIVISIONI
Immagine

L'idea probabilmente sarà venuta ascoltando. E leggendo le notizie sugli alert per il terrorismo internazionale: da qualche anno, infatti, gli esperti di sicurezza informatica sono concordi nel ritenere che le chat ingame, in particolare quella di PlayStation Network, possano essere utilizzate non solo per i giochi ma anche per comunicare altro. Motivo? Crittografia e protezione molto alte, server decentrati e difficoltà pure per un giudice di ottenere intercettazioni.

E così i clan napoletani, mentre magari formalmente avevano aperto una chat per giocare a Call of Duty o Assassin's Creed, avevano in realtà necessità di scriversi ben altro. Questo è quanto emerge dall'inchiesta sui clan Troncone e Frizziero, raggiunti oggi da nuove accuse e da nuovi arresti emessi dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (pm Prisco, procuratore aggiunto Amato).  I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno scoperto l'espediente e i fatti sono anche datati: risalgono a cinque anni fa, 15 maggio 2020.

Le intercettazioni svelano il nuovo metodo: le chat di Playstation

E come ci sono arrivati i carabinieri? Intercettandoli in altro modo. Mentre Vitale Troncone, a capo dell'omonimo clan, e suo figlio Giuseppe (entrambi raggiunti dalle nuove accuse in carcere) vengono ascoltati dai militari. In una telefonata in cui Giuseppe parla con il padre, viene fuori che poco prima il figlio di Vitale aveva intrattenuto una conversazione via chat con la PlayStation con Mariano Frizziero, elemento di spicco dell'omonimo clan.

I Troncone, in chat, lo chiamano con il soprannome "zia Maria". E così Vitale chiede al figlio di metterlo in contatto con "zia Maria" tramite la PlayStation.  Giuseppe esegue all'istante ma non ci riesce perché nel frattempo Mariano Frizziero non era più online.  I successivi accertamenti investigativi consentono di accertare che per le cosiddette "imbasciate" (comunicazioni delicate tra capi e gregari di caratura) vengono usate la chat di un gioco. Un elemento di cui, per future indagini sulla camorra napoletana, al pari di quelle per il terrorismo internazionale, occorrerà tenere conto.

Coinvolto anche agente della Polizia Penitenziaria

Il clan Troncone di Fuorigrotta usava i soldi guadagnati con contrabbando e spaccio di sostanze stupefacenti per acquistare natanti, poi intestati fittiziamente e noleggiati attraverso una società di Nisida. Questi natanti sono stati individuati e messi sotto sequestro dall'autorità giudiziaria che ha anche disposto dei divieti di esercizio dell'attività imprenditoriale, uno nei confronti della titolare della società e del marito, un agente della Polizia Penitenziaria, che aveva fatto da intermediario.

66 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views