Napoli, imprenditore cade vittima di usura per la crisi del Covid e denuncia: presi 6 aguzzini

L’imprenditore di Soccavo aveva chiesto prestiti per sostenere la sua attività in crisi. I carabinieri hanno eseguito 6 misure cautelari. Solidarietà dal PD: “Non lasciamolo solo”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Chiede dei prestiti per sostenere la sua azienda in ginocchio durante la crisi economica del Covid, ma cade nelle mani degli usurai. La vittima è un noto imprenditore di Soccavo, quartiere occidentale di Napoli, proprietario di un'azienda di assistenza su prodotti informatici e referente d'area del Partito Democratico locale. Ricorre all'usura e finisce per accumulare un debito di circa 100mila euro. L'uomo, però, non si è perso d'animo, ha denunciato i suoi aguzzini e ne è nata una indagine dei carabinieri che questa mattina ha portato a 6 misure cautelari.

L'indagine dei carabinieri: 6 misure cautelari

Stamattina, i carabinieri della Compagnia Napoli Bagnoli hanno eseguito un'ordinanza di misure cautelari personali e reali nei confronti di sei persone, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura, nei confronti di 6 indagati – 2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 2 sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di usura, aggravata in concorso, estorsione e tentata estorsione aggravata in danno di un noto imprenditore napoletano.

L'imprenditore Pd nelle maglie dell'usura

L'attività investigativa, coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Bagnoli tra i mesi di aprile e luglio 2023, è stata avviata a seguito della denuncia sporta da un imprenditore locale (proprietario di un'azienda di assistenza su prodotti informatici e referente d'area del Partito Democratico di Soccavo), indebitatosi nei confronti di una serie di usurai per ottenere prestiti in denaro funzionali al sostentamento della propria attività economica, entrata in crisi durante la pandemia da Covid-19.

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Aveva un debito di 100mila euro

Mediante le dichiarazioni della vittima e le analisi delle chat presenti sullo smartphone dell'imprenditore per i militari dell'Arma e la Procura di Napoli è stato possibile acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla riferibilità agli indagati di condotte consistite in autonome attività di prestazione di denaro elargite approfittando dello stato di bisogno della vittima con riscossione di interessi usurari; in particolare, per il prestito di somme variabili, al netto degli interessi, la vittima è stata costretta a restituire, fin quando ha potuto, un totale di circa 100.000 euro, per prestiti tra i 6 mila e i 71 mila euro. Durante le operazioni, i Carabinieri di Bagnoli, delegati dall'Autorità giudiziaria, saranno inoltre impegnati in un sequestro preventivo dei conti correnti degli indagati.

La solidarietà del Pd: "Non lasciamolo solo"

L'imprenditore, a quanto apprende Fanpage.it, titolare di alcuni negozi di telefonia mobile, ha avuto la forza e il coraggio di denunciare. A sua difesa interviene anche il PD napoletano, che in una nota – firmata dal segretario metropolitano del PD, Giuseppe Annunziata, dal capogruppo in consiglio comunale, Gennaro Acampora, e dalla segretaria del circolo PD di Soccavo, Concetta De Fleury – scrive:

"Solidarietà e vicinanza al tesserato PD del circolo di Soccavo, vittima del racket e che grazie alla sua denuncia ha fatto arrestare sei aguzzini. La denuncia rappresenta l'unico modo per riappropriarsi della propria libertà. Denunciare e collaborare con le forze dell'ordine è fondamentale per indagare e contrastare efficacemente queste attività illegali. Ora non lasciamo solo l'imprenditore. Continuiamo a far sentire la nostra voce e vicinanza. Il Partito Democratico ribadisce con forza che è necessario mettersi dalla parte giusta della barricata: non può vincere la subcultura dell'illegalità".

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