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Napoli, il negozio di dischi chiude per sempre e poche ore dopo la zona già invasa dai tavolini

Tattoo Records aveva chiuso al pubblico la sera prima, il giorno dopo l’area antistante era già diventata l’estensione di una pizzeria.
A cura di Peppe Pace
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L'ex negozio di dischi e i tavolini al suo posto / foto P. Pace Fanpage.it
L'ex negozio di dischi e i tavolini al suo posto / foto P. Pace Fanpage.it

Quanto accaduto in piazzetta Nilo a Napoli ha dell'incredibile. Nemmeno il tempo di celebrare degnamente il "funerale" di uno degli ultimi negozi di dischi della città, che immediatamente l'area antistante è stata invasa dalle sedie, dai tavolini e dagli ombrelloni della pizzeria adiacente.

Già da mesi Tattoo Records era braccato da ogni genere di suppellettile legate al mondo del cibo e delle bevande: vetrinette e tavolini, per tacere delle muraglie di calamite e souvenir, erano da tempo arrivati a lambire i confini del locale di Enzo Pone, la cui strenua resistenza ha reso il suo negozio l'ultimo baluardo del centro storico, l'ultimo totem a difesa dell'identità del quartiere, travolto dalla turistificazione selvaggia. Fino a ieri.

La sera del 15 ottobre, l'attività è cessata ufficialmente e le porte di Tattoo Records sono state chiuse al pubblico per l'ultima volta, dopo 40 anni. "Sicuramente apriranno una pizzeria al posto del negozio – ironizzava un cliente – perché il nostro è un turismo di pancia che non ha cultura". Una profezia. Dopo poche ore gli avvoltoi hanno cominciato a ronzare intorno al cadavere e lo spazio antistante l'ex tempio della musica del centro storico è diventato un'estensione della nota pizzeria adiacente.

Oltre alla molto probabile mancanza di qualsivoglia autorizzazione (sarebbe impensabile infatti riuscire ad ottenere un permesso dal Comune in così poco tempo), secondo il diritto civile quello spazio sarebbe soggetto a servitù prediale, trovandosi in prossimità delle porte del negozio. Il condizionale è d'obbligo visto che nessun'autorità, per il momento, è intervenuta per accertare eventuali responsabilità. Del resto, chi ha agito lo ha fatto consapevole della pressoché totale assenza di controlli. Pochi dubbi dunque su quella che sarà la sorte del locale, dunque, che in 40 anni di attività ha aggregato migliaia di appassionati.

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