Napoli, il Comune mette a reddito le case del patrimonio disponibile: non saranno più affittate ai poveri

Il Comune di Napoli prepara il nuovo regolamento per le case del patrimonio disponibile. Per i meno abbienti resta l’accesso alle case popolari Erp. Protesta di Resta Abitante.
A cura di Pierluigi Frattasi
79 CONDIVISIONI
Immagine

Arrivano gli aumenti degli affitti per le case del Comune di Napoli del patrimonio disponibile (ossia le case non popolari). Si tratta, cioè, degli immobili di proprietà comunale soggetti a regime di diritto privato e non destinati a fini istituzionali.

La giunta del sindaco Manfredi ha pronto il nuovo regolamento, che andrà a rivoluzionare quello del 2013, dell’ex amministrazione de Magistris. Cambia tutto. Le assegnazioni avverranno tramite bando pubblico. Le case del patrimonio disponibile non saranno più affittate alle famiglie povere (con reddito Isee inferiore a 15mila euro), che potranno da ora in poi accedere solo alle assegnazioni per le case Erp, che comunque sono poche. Bisognerà, infatti, avere un reddito Isee minimo di 15mila euro all’anno e sarà attribuito “un punteggio maggiore in relazione all'aumentare del reddito del nucleo familiare del richiedente”.

Stop alle concessioni gratuite e super-sconti

Scompaiono nel nuovo regolamento le formule del comodato d’uso gratuito e delle concessioni a canone agevolato, con sconti fino all’80% previste nel regolamento del 2013. I nuovi affitti saranno solo a canone ordinario o concordato, secondo le tabelle approvate dalle organizzazioni sindacali degli inquilini con il Comune, e non potranno essere inferiori ai valori di mercato. Una stessa persona potrà partecipare a più bandi di assegnazione. Il Comune si legge, inoltre, nel regolamento, potrà “conferire gli alloggi del proprio patrimonio disponibile a fondi comuni di investimento immobiliare, ovvero promuoverne la costituzione”. Ma non mancano le proteste, come quelle della campagna Resta Abitante.

Ma perché la giunta Manfredi ha preparato il regolamento? L’obiettivo dell’amministrazione, infatti, è fare cassa. Mettere a reddito il patrimonio per raggiungere gli obiettivi previsti dal Patto per Napoli, stipulato nel 2022 dal sindaco Manfredi con lo Stato Italiano, per salvare il Comune dal dissesto finanziario, con un debito ereditato all’epoca di 5 miliardi di euro. Una delle leve principali del risanamento consiste proprio in una più oculata gestione dell’immenso patrimonio immobiliare comunale, composto da circa 60mila cespiti, tra i quali 23mila case popolari Erp (Edilizia Residenziale Pubblica) e circa 4mila di patrimonio disponibile, case, quindi, in quest'ultimo caso di maggior pregio distribuite in tutta la città, da Posillipo al Vomero, ma anche le case dei custodi delle scuole. Per le associazioni o i negozi ci sarà un altro regolamento per il patrimonio non abitativo.

Il vecchio regolamento del 2013 teneva assieme sia il patrimonio ad uso abitativo che quello non ad uso abitativo e ingenerava confusione tra patrimonio disponibile e alloggi Erp (per questi ultimi c'era un altro regolamento). Il nuovo documento, realizzato dagli uffici dell’assessore al Bilancio e al Patrimonio, Pier Paolo Baretta, si propone di mettere ordine nella materia. Un cambiamento che arriva anche all’indomani di numerose inchieste della Corte dei Conti della Campania che ha ritenuto in molti casi illegittimi gli affidamenti gratuiti o a canone super-scontato ed è intervenuta negli ultimi anni anche sulla questione delle case degli ex custodi occupate ancora dai familiari. Per queste ultime il nuovo regolamento prevede che al decesso del custode, l'alloggio passi al coniuge o al compagno in caso di unione civile. Ma sono esclusi i figli.

Il nuovo regolamento del patrimonio disponibile

Il nuovo regolamento per la gestione e la locazione degli immobili comunali del patrimonio disponibile ad uso abitativo di proprietà del Comune di Napoli è contenuto nella delibera di proposta al consiglio comunale 497 del 14 novembre 2024, calendarizzata per la seduta di martedì 1 aprile 2025. Anche se è molto probabile, che essendo uno degli ultimi punti all’ordine del giorno, la discussione possa slittare. Il regolamento si applica in via esclusiva agli alloggi del patrimonio disponibile del Comune e non si estende: agli immobili di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), del patrimonio indisponibile e agli immobili ad uso diverso dall’abitativo.

Famiglie povere escluse dalle assegnazioni

Il vecchio regolamento “disciplinava l’accesso ai beni disponibili del Comune per particolari fasce di cittadini in stato di bisogno, ovvero per promuovere e sostenere l’associazionismo e la funzione sociale”. All’articolo 4 lettera C prevedeva “la formazione della graduatoria e l’attribuzione dei punteggi avvengono sulla base del requisito del reddito basso, il cui importo viene specificato nell’avviso pubblico, unitamente ad una delle seguenti condizioni soggettive”. Tra queste, la presenza di persone con disabilità 100%, minori o anziani ultra70enni, sfrattati, testimoni di giustizia, genitori separati, donne vittime di violenza.

Diverso il principio alla base del nuovo regolamento, che specifica che “i beni immobili appartenenti al patrimonio disponibile dell’Ente dovranno essere gestiti in modo da massimizzarne la redditività, intesa come ottimizzazione della destinazione d’uso degli stessi, al fine di soddisfare le esigenze della comunità locale e garantire un’entrata nel bilancio dell’Amministrazione”.

All’articolo 5, sulle modalità di assegnazione, viene precisato che il bando dovrà stabilire i criteri di punteggio da attribuire, tenendo conto sia delle condizioni economiche del nucleo familiare del partecipante alla procedura, sia delle condizioni soggettive (quali la presenza di anziani, minori, invalidi, ecc.)”. Mentre al comma 4 si aggiunge che “la locazione degli alloggi del patrimonio disponibile è finalizzata a generare un reddito per l'Amministrazione; pertanto, sarà attribuito un punteggio maggiore in relazione all'aumentare del reddito del nucleo familiare del richiedente. Non sarà consentita la partecipazione alla procedura a coloro che presentano un reddito annuale inferiore a euro 15.000,00”.

Chi vorrà partecipare al bando dovrà anche esibire particolari garanzie di solvibilità per il pagamento del canone. Stop anche ai morosi, che potranno comunque sottoscrivere un piano di rateizzazione. La durata del contratto di locazione è fissata in quattro anni, con rinnovo automatico secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

La fase transitoria

È prevista comunque una fase transitoria. All’articolo 19, si precisa che “fino alla scadenza contrattuale, per tutte le locazioni in essere, incluse quelle rinnovate ex lege, per le quali l’Ente prima della scadenza, non abbia proceduto alla disdetta né acquisito il cespite, i canoni di locazione dovranno essere adeguati in conformità a quanto previsto dall'Accordo Territoriale vigente alla data della sottoscrizione del contratto. I canoni saranno altresì aggiornati annualmente sulla base della variazione ISTAT vigente”.

Le proteste degli inquilini: manifestazione al Comune

E scoppia la protesta di abitanti e inquilini. La campagna Resta Abitante ha convocato una conferenza alle ore 11 di oggi, all'esterno della sede del Comune di Napoli, in via Verdi. Obiettivo, si legge in una nota:

denunciare il carattere antisociale della delibera/regolamento sul patrimonio disponibile che andrà in consiglio. Solo per citare i punti più controversi, all'art. 5 comma 4 per la prima volta si stabilisce che le case del comune di Napoli si assegnano in via preferenziale ai più ricchi (in pratica il casting immobiliare) e che chi ha meno di 15mila euro di reddito annui (la metà della città di Napoli secondo l'Istat…) non può proprio partecipare… e all'art6 la possibilità di affittare più case a uno stesso soggetto, cosa che non ha senso se non per farne un uso speculativo. Per  noi che abbiamo raccolto migliaia di firme per chiedere invece fra le altre cose l'uso del patrimonio pubblico per il dramma abitativo non possiamo che esserci e denunciare quanto sta accadendo e chiedere al Consiglio Comunale di fermare questo brutto pesce d'aprile agli abitanti di Napoli

79 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views