Napoli, il campanile di Santa Chiara sfregiato dai graffiti: spray anche sulla telecamera
Il campanile della Basilica di Santa Chiara sfregiato (di nuovo) dai graffiti. Questa volta i vandali non si sono accontentati di deturpare lo storico torrione, meta di migliaia di turisti ogni giorno, ma hanno anche oscurato con le bombolette spray la telecamera di videosorveglianza presente nel posto, installata proprio per prevenire rapine, furti e devastazioni nella zona. A denunciare quanto accaduto è il consigliere della II Municipalità, Pino De Stasio, che ha pubblicato anche le foto dello scempio.
A peggiorare la situazione il fatto che il nuovo sfregio sia avvenuto a distanza di meno di un mese dall'ultimo restauro che aveva interessato lo scalone interno di Santa Chiara, ripulito dai graffiti e inaugurato appena l'8 maggio scorso. Le telecamere di sicurezza dovevano servire proprio ad impedire nuovi raid. Purtroppo, però, i vandali sono tornati in azione lo stesso.
Il consigliere Pino De Stasio, in un post su Facebook, ha commentato:
Ecco stamane che cosa è comparso sulla torre campanaria di Santa Chiara. Un atto vergognoso, vigliacco, imperdonabile. Spero che qualche occhio elettronico dell’area abbia ripreso questo maledetto imbrattatore. Noto che la telecamera posizionata di fronte al campanile è stata messa fuori usa da una bomboletta spray. Mi attivo per allertare i dormienti uffici comunali e della sovrintendenza. Poveri noi.
Sulle barricate anche il Comitato Santa Maria di Portosalvo, con Antonio Pariante:
Il Comitato di Portosalvo stigmatizza questo ennesimo scempio ai danni della storica torre e chiede alla amministrazioni preposte di individuare i responsabili di questo grave sfregio dalle telecamere della zona. La nostra città pur essendo una capitale mondiale dell’arte, iscritta da 30 anni nella prestigiosa heritage list dell’Unesco, lamenta ancora il mancato perseguimento di questi gravi reati contro il patrimonio monumentale che la legge sanziona amministrativamente e penalmente. Colpa della amministrazione comunale che, a differenza delle altre città d’arte come Firenze, Venezia, continua a glissare sul fenomeno senza intervenire. Serve quindi un “cambio di rotta” con l’individuazione dei responsabili e con la punizione economica e penale prevista dalle nuove leggi contro questi reati.