Napoli, i feriti al corteo pro Palestina: “Clima molto pesante, eravamo pacifici”
"La nostra iniziativa voleva essere assolutamente pacifica. Ci siamo avvicinati per chiedere che qualcuno dalla Rai scendesse per interloquire e sono partite le cariche. Una serie di compagni sono rimasti feriti". Queste le parole, pronunciate ai microfoni di Fanpage.it, di alcuni dei manifestanti feriti durante la manifestazione pro Palestina, organizzata oggi a Napoli, all'esterno degli studi Rai di viale Marconi a Fuorigrotta. All'iniziativa di piazza era presente anche l'ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Scontri alla manifestazione pro-Palestina a Napoli
La mobilitazione era nata per protestare contro il comunicato dell'Amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, letto da Mara Venier durante "Domenica In", dopo la dura presa di posizione dell'ambasciatore israeliano per le parole pronunciate dal cantante rapper Ghali, che dal palco dell'Ariston al Festival di Sanremo aveva chiesto lo "stop al genocidio".
Ma la manifestazione a Napoli, partita pacificamente, è sfociata in tensioni e scontri, con i manifestanti caricati dalla polizia in assetto anti-sommossa. Alla fine il bilancio è pesante. Almeno 5 i manifestanti feriti, oltre ad un giornalista, per i quali è stato necessario l'intervento del 118. Mentre la Questura ha comunicato che sono 5 i poliziotti feriti.
"La Questura ci ha notificato una prescrizione"
I manifestanti parlano di un "clima pesante". "Appena siamo arrivati, la Polizia ci ha notificato una prescrizione della Questura", racconta a Fanpage.it Mimi Ercolano, una delle manifestanti ferite alla testa durante le cariche. Tre figli, 45 anni, Mimi, è sindacalista del Si-Cobas. Nelle cariche ha riportato una ferita alla testa, giudicata guaribile con 5 giorni di prognosi. La foto del suo volto ricoperto di sangue è diventata virale sul web. Ma l'iniziativa, assicura la donna, "voleva essere assolutamente pacifica".
"Ci siamo avvicinati per parlare, ci hanno manganellato"
Quando sono arrivati all'esterno della Rai, i manifestanti – alcune centinaia, secondo le stime circolate – hanno trovato i poliziotti in schieramento anti-sommossa. "Avevamo solo bandiere e striscioni. Appena ci siamo avvicinati per chiedere che qualcuno scendesse per interloquire – prosegue Mimi Ercolano – sono partite le cariche. Ci hanno manganellati. Una serie di compagni sono rimasti feriti. Mi pare preoccupante questa stretta repressiva così aggressiva".
"Siamo stati caricati mentre difendevano un cancello chiuso – racconta Dario Oropallo, un altro dei manifestanti feriti – volevamo solo che la dirigenza Rai prendesse una posizione perché riteniamo sia assurdo che conduttori, conduttrici e dirigenti, non prendano posizione dinnanzi a tutto quello che sta accadendo. Un giorno ci chiederanno dove eravamo, mentre stavano uccidendo tutti i palestinesi".
Gli esponenti della Rete pro Palestina hanno chiesto "una televisione pubblica che non minacci la libertà di parola, che non censuri e non neghi un genocidio in atto: oltre 100.000 tra uccisi e feriti gravi, di cui il 70% donne e bambini, come ha evidenziato la Corte Internazionale di Giustizia".
Sono cinque, alla fine, i manifestanti che sono dovuti ricorrere alle cure del 118 prima, e del pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini in un secondo momento. La Questura di Napoli, in serata, ha spiegato in una nota che la "pressione esercitata dai manifestanti sui poliziotti ha schiacciato i reparti inquadrati verso la recinzione della sede Rai e ciò ha determinato una reazione di alleggerimento che ha chiaramente impedito l'interlocuzione con i manifestanti circa le loro reali intenzioni".