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Napoli, droga e armi al posto degli estintori: così i cittadini sono ostaggio nei rioni della camorra

Nei fortini dei clan le aree comuni diventano nascondiglio per pistole e stupefacenti; al rione Savorito contatori e vani dei sistemi antincendio “requisiti” per le piazze di spaccio.
A cura di Nico Falco
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Un incendio improvviso, qualcuno che in attesa dei pompieri si precipita verso gli impianti antincendio e, nei vani, invece di idranti ed estintori, trova buste di droga e pistole. Scenario verosimile, con annesse conseguenze tragiche, quando si parla dei rioni di camorra, quelli che diventano roccaforte dei clan, dove i residenti diventano ostaggio della criminalità e devono chiedere il permesso agli spacciatori per rientrare in casa o dire addio alla cantina perché serve per nascondere gli stupefacenti.

Un esempio è il rione Savorito di Castellammare di Stabia (Napoli). Secondo la mappa della camorra dei clan del Napoletano, contenuta nell'ultima relazione dell'Antimafia (relativa al primo semestre del 2023), il complesso di caseggiati popolari è ancora il feudo del clan Imparato; specializzato nel traffico di droga, è collegato al clan D'Alessandro, egemone a Castellammare e tra i più feroci della "Nuova Famiglia", il cartello che negli anni '70/'80 del secolo scorso si contrappose alla Nuova Camorra Organizzata del superboss Raffaele Cutolo.

Armi e droga nei contatori e nei sistemi antincendio

Nel corso dell'ultimo intervento nel Rione Savorito i carabinieri hanno effettuato ispezioni e perquisizioni nel complesso popolare. Focus sulle aree comuni, quelle preferite per ricavare nascondigli: non sono direttamente riconducibili a qualcuno, la denuncia o l'arresto non possono essere immediati. All'interno di vani contatore, e in quelli che dovrebbero contenere i dispositivi antincendio come idranti ed estintori, i militari hanno trovato oltre 240 grammi di marijuana, già divisa in dosi per la vendita, e 100 grammi di hashish. Non solo droga: rinvenuta anche una pistola Browning con matricola abrasa cal. 6.35 e decine di proiettili di vario calibro. E c'era anche un rilevatore di microspie di ultima generazione, da utilizzare per "bonificare" automobili e appartamenti.

L'omicidio per il furto di un borsone di stupefacenti

Ma la situazione è comune a tutti i "fortini" dei clan: scoperte analoghe sono state fatte anche al Parco Verde di Caivano, dove alcuni palazzi erano stati "blindati" dal clan per dare modo agli spacciatori di scappare nel caso di blitz delle forze dell'ordine. O nel rione Salicelle, dove, a maggio, i carabinieri hanno trovato due chili e mezzo di marijuana, 800 grammi di hashish e un centinaio di grammi di crack in un bustone dei rifiuti speciali.

Nel Rione Traiano, quartiere napoletano di Soccavo, in più occasioni sono stati trovati chili di droga nascosti o seppelliti nei giardini. Proprio il furto di uno di questi borsoni aveva portato ad un omicidio. Due extracomunitari lo avevano trovato mentre pulivano un'area verde e lo avevano rubato. Gli uomini del clan li avevano rintracciati ed erano andati a Castel Volturno per farselo restituire, ma loro avevano chiesto del denaro. Il risultato era stata una violenta azione di fuoco: un uomo ucciso e un altro, che in questa storia non c'entrava nulla, ferito gravemente.

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