Napoli dovrà abituarsi ai black-out elettrici, figli anche del cambiamento climatico
Piccoli e grandi disservizi e disagi, figli del cambiamento climatico che porta temperature torride e conseguentemente trasforma l'uso degli apparecchi di refrigerazione e condizionamento dell'aria in una drammatica necessità. I cavi elettrici interrati, come spiegato a Fanpage.it dai tecnici della rete di distribuzione elettrica in Italia, si surriscaldano e il black-out è servito. Si tratta d'una realtà non sporadica e che è destinata ad andare avanti così, al netto dei lavori di adeguamento della rete.
Ieri il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e l'amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo si sono visti in Municipio e hanno parlato proprio dell'accelerazione dei processi di elettrificazione. Ma non sono l'adeguamento dei cavi l'unico problema, c'è un elefante nella stanza impossibile da ignorare. E se c'è qualcosa di più grande, il climate change, che ingloba ogni aspetto del vivere quotidiano, allora la sensazione è che si tratti di palliativi.
Intanto, ieri, altri disagi soprattutto in collina: via Tasso e via Solimena (Vomero), parte di Fuorigrotta nel primo pomeriggio e parte di Chiaia. Problemi analoghi anche nei quartieri dell'area orientale e sull'isola di Ischia. Sulla mappa delle disalimentazioni di E-Distribuzione la provincia di Napoli è flagellata da pallini rossi e gialli che contraddistinguono i guasti e le interruzioni di elettricità causate da lavori in corso.
Occorrerà abituarsi anche a questi grandi camion che stanno iniziando a circolare con maggior frequenza in città, queste gigantesche power station, gruppi elettrogeni che sostituiscono in caso di emergenza la rete elettrica e consentono ai residenti rimasti senza luce di fare il minimo possibile in attesa che il guasto venga riparato. O che i grossi e infuocati cavi elettrici si raffreddino.