Napoli, la città dei botti di Capodanno, cercherà di non sparare. In memoria dei morti di Covid
Il passaparola corre veloce, alimentato dai social network, Facebook, le stories di Instagram, Tik Tok: «Quest'anno non sparare». Ma stavolta non è l'annuale campagna di civiltà contro i botti killer e il loro utilizzo sconsiderato e a tutela degli animali domestici che soffrono il frastuono. L'anno che se ne va, il 2020, è stato l'anno lugubre del Coronavirus, scandito dai bollettini di pandemia e morte. Insomma, Napoli ci prova: la capitale dei botti di Capodanno cercherà di non sparare tric-track, raudi, minerve, cipolle e bombe di varia fattura e peso allo scoccare della mezzanotte che sancisce la fine del 31 dicembre e l'arrivo del 1 gennaio 2021.
«Ci prova»: è il caso dirlo, perché attendersi un silenzio tombale è impresa impossibile. Anche se non c'è voglia di festeggiamenti – e non ce ne sarà nemmeno possibilità, visti coprifuoco e zona rossa, nei quartieri popolari dove si spara 365 giorni all'anno e per vari motivi (dalle scarcerazioni all'entrata in esercizio della locale piazza di spaccio fino alla bravata quotidiana) sarà difficile attendersi rumore. Quartieri Spagnoli, Borgo di Sant'Antonio Abate al Vasto, Cavone di piazza Dante, Rione Sanità, Pallonetto di Santa Lucia, Rione Traiano, via Bakù a Scampia, Ponticelli, Case Puntellate e vico Acitillo all'Arenella, Case Nuove, piazza Mercato Forcella, e chi più ne ha, ne metta. Proprio a Forcella molta gente si passa la voce via web chiedendo il rispettoso silenzio per le vittime del Covid di quest'infame 2020. Ma accadrà?
Qualche giorno fa una serie di attori e politici partenopei con un video si sono appellati ai partenopei chiedendo di evitare i botti; il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ne ha fatto non una questione simbolica ma pratica: «Evitate i botti. È un appello che ripetiamo tutti gli anni a salvaguardia dell'incolumità personale e di tutti, ma è ancora più importante in questi giorni, in cui gli ospedali sono impegnati nelle attività legate all'epidemia Covid». Il riferimento è ovviamente ai tanti incidenti domestici occorsi durante l'accensione di botti anche apparentemente "innocui": quest'anno tra tamponi, corsie "pulite" e obbligo di mascherina sarà anche più difficile andare al Pronto Soccorso.