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Gaffe di Sangiuliano sui social: “Napoli compie 250 anni”. Ma sono 2500. Si dimette il social media manager

Sulla pagina Instagram del ministro meloniano: celebriamo Napoli per i suoi 2 secoli e mezzo. In realtà sono 2.500 anni. Per lo svarione si dimette il capo dei social.
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Qualche settimana fa il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano aveva annunciato:«Scriverò un libro sugli errori dei giornalisti e dei politici. Si chiamerà "Le gaffe degli altri"». Per ora le pagine più gustose però continuano ad essere autobiografiche. Su Instagram il ministro e giornalista, peraltro napoletano, ha ridotto la storia della città di Napoli a 2 secoli e mezzo, ovvero a 250 anni. E invece si tratta di 2.500 anni. Ovviamente Napoli affonda le sue radici nell'epoca greco-romana, non certo nel tardo Settecento.

Perché quella card, poi cancellata e corretta? Presto detto. Nel decreto Omnibus approvato dal governo Meloni c'è anche la costituzione di un comitato nazionale il cui nome è suggestivo "Neapolis 2500" che nascerà al fine «di celebrare la storia, la cultura e l'arte della città di Napoli e il suo contributo allo sviluppo del patrimonio storico e artistico della Nazione, nonché alla formazione dell'identità italiana».

La ricorrenza, che cade nel 2025, è quella del 25esimo centenario della fondazione dell'antica Neapolis da parte dei Cumani, avvenuta, secondo la tradizione, il 21 dicembre dell'anno 475 a.C. Entro entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto governativo sarà costituito un Comitato cui – si chiarisce – «non è corrisposto alcun compenso, gettone di presenza o altro emolumento comunque denominato». Avranno solo un rimborso spese: in cassa il governo mette contributo pari a 1 milione di euro per l'anno 2024. Cosa farà questo neonato comitato organizzatore? Avvierà i progetti per celebrare i 2500 anni di Napoli. Sperando che qualcuno faccia bene i conti.

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Si dimette il social media manager di Sangiuliano

Ma la storia non è destinata a concludersi così pacificamente. Qualche deputato (Piero De Luca) e europarlamentare (Sandro Ruotolo) del Partito Democratico, aveva iniziato, come si dice in dialetto napoletano, ad azzuppare, sulla figuraccia.

In particolare Ruotolo, ex giornalista Rai: «Genny, Genny sarai ricordato per le tue figuracce in giro per l'Italia. Dal premio Strega a Dante Alighieri, potevamo soprassedere anche alla gaffe internazionale su Londra e Times Square ma questa su Napoli è imperdonabile. Merita di finire nel girone di dannati».

E così, in serata, dopo ore tribolate, arriva la nuova notizia. Perché Sangiuliano, incassato il colpo sui social ( su X, l'ex Twitter, lo svarione è diventato trend in pochi minuti) ottiene anche le dimissioni del suo social media manager. E che fa? Lo comunica proprio a mezzo social.

Ovviamente è inevitabile la polemica-bis: se il capo dei contenuti social del ministro si dimette dopo questo marchiano errore, avrebbe dovuto farlo anche lo stesso Sangiuliano quando le gaffes sono uscite dalla sua bocca?

Scrive, Riccardo Pirrone, social media manager di Taffo e presidente dell’Associazione Nazionale Social Media Manager: «Ritengo offensivo scaricare la colpa pubblicamente e unicamente su un dipendente per un errore del genere e per questo addirittura farlo dimettere. Approfondiremo la questione».  Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social: «Non è la prima volta che si mettono in croce i tanti professionisti della comunicazione digitale, impegnati e presenti nonostante la mancanza di un adeguato riconoscimento professionale, purtroppo ancora assente nel nostro ordinamento».

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