Napoli, chiude anche Villa Camaldoli: “Se questa è l’autonomia differenziata, siamo messi male”

La denuncia di Cristina, malata di sclerosi multipla che da quest’anno non potrà più curarsi a Villa Camaldoli, ennesima clinica che chiude a Napoli.
A cura di Peppe Pace
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Cristina Serra, intervistata da Fanpage.it
Cristina Serra, intervistata da Fanpage.it

La casa di cura Clinica Alma Mater, meglio conosciuta come Villa Camaldoli, è solo l'ultimo dei centri convenzionati ad essere rimasto senza fondi a Napoli e in Campania. Da settembre, infatti, una delle più efficienti cliniche di riabilitazione è stata costretta a sospendere le cure a circa 130 pazienti e a mandare a casa 100 tra medici, infermieri e operatori altamente specializzati. Stesso identico destino che ha subito il centro polispecialistico Clinic Center al Parco San Paolo.

La prima volta che sono andata in cura a Villa Camaldoli ero diffidente, perché purtroppo al Sud non sappiamo mai cosa aspettarci dal sistema sanitario, invece appena ho superato il cancello sembrava di essere in Svizzera.

Cristina Serra è una donna di 52 anni che abita a Napoli, Rione Alto, e che ha passato tutta la vita a curare una depressione inesistente. Nessun medico si era mai accorto che quella sua stanchezza, quei problemi alla schiena e alla vista non erano dovuti allo stress, ma ad una grave malattia neurodegenerativa, fino a quando ha cominciato a non riuscire più a reggersi in piedi e a cadere. A quel punto, un medico amico di famiglia le ha consigliato di rivolgersi a un neurologo, che le ha prescritto subito una TAC dalla quale è stato facile ricavare la diagnosi, inappellabile e impietosa: sclerosi multipla.

Chi è malato come me di sclerosi multipla ha bisogno della fisioterapia, al Cardarelli mi consigliarono Villa Camaldoli perché offriva un servizio di trasporto. Un pulmino mi veniva a prendere a casa e mi riportava alla fine della terapia. Lì ho trovato persone eccezionali, avevo il mio fisioterapista e il mio logopedista, sempre uguali, che mi conoscevano alla perfezione. Troppo bello per essere vero: a causa della mancanza di fondi, la clinica è destinata a chiudere e noi pazienti a rimanere a casa. Se questa è l'autonomia differenziata, siamo messi male.

La sottostima del budget da parte della Regione Campania ha dunque messo in crisi sia la continuità assistenziale, che era stata messa nero su bianco in un accordo tra Asl e Regione, sia il recupero funzionale di quei pazienti con patologie neurodegenerative, come Cristina, che senza un'assistenza continuativa sono costretti a ricominciare da zero, perdendo in poco tempo tutti i progressi fatti in anni di riabilitazione.

Per questo, medici e pazienti hanno deciso di mobilitarsi venerdì 27 dicembre alle 10.00 sotto la sede della Regione Campania in via Santa Lucia.

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