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“Napoli e provincia: 10mila famiglie a rischio sfratti. Da anni non si assegnano nuovi alloggi in città”

Sulle politiche abitative, secondo Antonio Giordano, segretario regionale del Sunia Campania, il Comune di Napoli non ha fatto abbastanza. Ci sono circa 10mila sfratti che potrebbero essere eseguiti e molte persone che non possono contare su un’alternativa. Fanpage.it ha intervistato Giordano per capire quali sono le priorità di cui il nuovo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, dovrebbe tenere conto.
Intervista a Antonio Giordano
Segretario regionale del Sunia Casa Campania
A cura di Federica Grieco
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«La mia preoccupazione è che quando ci saranno gli sfratti, queste famiglie rischiano veramente di andare a dormire a Piazza Municipio, perché non hanno alternative». A parlare a Fanpage.it è Antonio Giordano, segretario regionale del Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari) Campania. Sono circa 10mila gli sfratti nell'area metropolitana di Napoli che potrebbero essere eseguiti e, secondo Giordano, c'è la necessita fornire un'alternativa a queste persone che altrimenti si troverebbero a dormire per strada. «Sulle politiche abitative – spiega il segretario generale del Sunia – il Comune di Napoli ha fatto flop: ha creato, con i fondi europei, una società – l'Agenzia sociale per la casa – che dovrebbe aiutare a risolvere i problemi abitativi, ma che non ha mai fornito nessuna risposta».

Napoli ha un nuovo sindaco. Quali sono le vostre richieste?

Anzitutto, la riorganizzazione degli uffici, perché in questi anni c’è stato uno smantellamento di tutto quello che si chiamava "servizio casa", tant’è vero che il comune non riesce nemmeno a fare le pratiche per l’erogazione dei buoni contributi. Un'altra richiesta riguarda lo sviluppo del patrimonio di edilizia pubblica: con i fondi che stanno arrivando, riteniamo che il Comune debba mettere mano ad un piano massiccio, che, senza consumare suolo, possa recuperare tutta una serie di periferie degradate per la realizzazione di alloggi di edilizia pubblica. Sul patrimonio, chiediamo che si faccia chiarezza, perché c'è quasi un azzeramento delle politiche gestionali, tant’è vero che non ci sono fondi per la manutenzione né per qualunque altra attività. Poi, poiché dal 1° gennaio dell’anno prossimo andrà in vigore l’anagrafe dell’utenza e del patrimonio, il Comune si deve dotare di una struttura adeguata per poter inserire i dati nella piattaforma regionale per poter arrivare ad avere un censimento serio di quelle che sono le proprietà pubbliche e di quelli che sono i fruitori.

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E qual è oggi la situazione abitativa a Napoli?

Nel senso di sviluppo di nuova edilizia, non c’è ristrutturazione e manutenzione del patrimonio. Tenga conto che a Napoli, negli ultimi quattro anni, non si è assegnata una sola casa. Il Comune di Napoli si preoccupò di bloccare le graduatorie, però non ha fatto altro. Non si sa neanche quali siano oggi i titoli per ottenere l’assegnazione. Quindi è una situazione veramente disastrosa.

Con la fine del blocco degli sfratti a causa della pandemia, ora cosa cui rischia?

Hanno ricominciato le esecuzioni dal 1° ottobre. Abbiamo circa 10mila sfratti nell'area metropolitana di Napoli che potrebbero essere eseguiti. Abbiamo chiesto un incontro alla prefettura e, siccome il Comune non ha mai avuto parte attiva in queste situazioni, abbiamo chiesto che si faccia questa cabina di regia, con prefettura, Comune, Regione, per cominciare a capire come fare, perché bloccare lo sfratto non è più possibile, ma bisogna graduare e cercare di dare un’alternativa a chi non ne ha. Quindi, vedere quali fondi sono a disposizione del Comune, quali fondi la Regione può inserire in questo discorso.

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