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Napoli, branco spacca il cranio e lesiona occhio a giovane gambiano: arrestati dopo 8 mesi di indagini

Un cittadino gambiano pestato a sangue a febbraio mentre tornava da lavoro: le fratture al cranio ricomposte con tre placche di titanio e diciotto viti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Pugni, calci, colpi con i caschi da moto: un pestaggio brutale in piena regola, ai danni di un uomo che si era reso "colpevole" solo di chiedere i motivi di uno schiaffo ricevuto mentre era in strada, uscito da lavoro. Un pestaggio che aveva mandato la vittima in ospedale, con gravi danni riportati in maniera permanente. Dopo mesi di indagini, la Polizia di Stato ha arrestato questa mattina tre persone, tutte gravemente indiziate, in concorso tra loro, di lesioni gravissime aggravate.

Lo schiaffo, la richiesta di spiegazioni e il pestaggio

La vicenda era iniziato lo scorso 21 febbraio, al Corso Giuseppe Garibaldi di Napoli, in pieno centro storico. Qui, la vittima stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro come cameriere in una pizzeria del Lungomare di Napoli, quando aveva incrociato i tre: uno di loro, alla vista dell'uomo, lo avrebbe quindi colpito con uno schiaffo al capo, senza alcun motivo come ricostruito anche dagli inquirenti. Vittima che però, a quel punto, ha chiesto spiegazioni del gesto: ma davanti a quella richiesta forse inattesa da parte dei tre, sarebbe dunque partito il pestaggio.

Placche di titanio e viti per ricomporre la frattura al cranio

Calci, pugni, colpi di casco: il tutto con una violenza tale che l'uomo aveva riportato una grave frattura delle ossa del cranio, ricomposta solo con l'applicazione di tre placche in titanio e diciotto viti. Lesioni che avevano provocato anche una limitazione della funzionalità di un occhio dell'uomo. Le indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, hanno portato oggi all'ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni dei tre, tutti gravemente indiziati di lesioni gravissime aggravate nei confronti della vittima, cameriere di origine gambiana di una pizzeria del Lungomare di Napoli, la cui unica colpa sembrerebbe solo quella di aver incrociato i tre mentre tornava a casa dopo il lavoro.

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