Napoli, bed and breakfast al posto di casa: la storia di Cristina, che non ha più un tetto da 4 anni
L'impatto della turistificazione selvaggia sulla città di Napoli ormai è un tema al centro del dibattito pubblico in città. L'overtourism ha generato una serie di effetti a catena che hanno impattato violentemente sulle condizioni socio economiche dei napoletani residenti. Il più evidente di tutti resta la bolla speculativa che ha investito il mercato delle locazioni.
Fanpage.it sta raccontando da tempo come il fenomeno stia cambiando il volto della città, generando in alcuni casi anche delle illegalità oltre che una bolla speculativa che riguarda le proprietà immobiliari. Le vittime di questi processi sono l'anello più debole della catena, come la signora Cristina, che da quattro anni non riesce a trovare una casa in affitto.
Cristina: "Al posto di casa mia ora c'è un B&b"
Cristina De Maria, 54 anni con una figlia, ha vissuto a Materdei per circa 25 anni. La sua casa era di appena 30 metri quadrati, in un sottoscala, con due stanze, per un affitto di 517 euro al mese. Ma alla morte dello storico proprietario tutto cambia e la vita di Cristina viene stravolta, le figlie vogliono massimizzare l'eredità e decidono di vendere l'appartamento dove vive la signora Cristina. Il nuovo proprietario decide di farne un b&b. «Dove ho vissuto per 25 anni, adesso c'è un b&b – dice – ho lottato per poterci rimanere, ma non ci sono riuscita. Anzi nel frattempo ho scoperto di avere una malattia genetica rara, degenerativa, e sono stata colpita anche da infarto».
La perdita della casa e la malattia condizionano la vita di Cristina che è esattamente quello che si definisce un soggetto sociale fragile. «Sono quattro anni che sto cercando casa – ci racconta – si trovano solo case vacanze, b&b, o contratti ad uso transitorio. Il colmo l'ho trovato per un appartamento di 17 metri quadrati, volevano 650 euro al mese. Ma solo per uso transitorio. Non me lo hanno voluto affittare, lo ha preso un ragazzo che sta facendo il dottorato qui a Napoli. A lui si ed a me che sono una residente, no».
Il folle mercato degli affitti di casa a Napoli
La donna, per le sue condizioni di salute avrebbe bisogno di una casa possibilmente vicino ad un ospedale, ma dopo tanto tempo a iniziato a cercare ovunque. «Ho cercato a Materdei, Pallonetto a Santa Lucia, ai Quartieri Spagnoli, a Piazza Carlo III, nella zona di via Foria, tutte zone dove posso spostarmi facilmente, ma niente. Tra le cose più incredibili ho trovato una casa a Materdei di appena due stanze a 800 euro al mese, a Santa Lucia c'era quello di 17 metri quadri a 650 euro al mese, ai Quartieri Spagnoli addirittura un posto letto 600 euro al mese».
La situazione non cambia nemmeno nei Comuni della cinta metropolitana di Napoli che, di riflesso rispetto alla bolla speculativa che ha colpito il mercato immobiliare della città, hanno visto un sensibile aumento del prezzo degli affitti. «Ho visto anche a Giugliano, a Marano, a Qualiano – racconta Cristina – ma ormai hanno imparato anche loro, quindi anche un piccolo appartamento si parte da 600-700 euro in su». Ma anche quando è arrivata a trovare un abitazione alla portata del suo budget, le garanzie richieste dai proprietari hanno vanificato tutto. «Ti chiedono la busta paga, ma ormai ti chiedono la busta paga come dipendente pubblico, oppure per le pensioni ti chiedono una pensione alta. Io queste garanzie non le posso fornire» ci spiega.
"Il turismo porta benessere solo a chi ha capitali"
E sono così passati 4 anni da quando la signora Cristina ha perso la sua casa e ancora non è riuscita a trovare una sistemazione, nonostante le sue fragilità e la ricerca praticamente continua che impiega gran parte del suo tempo. Ora sta vivendo ospite di sua sorella, così come è stato per tutti questi quattro anni dove si è appoggiata ai familiari. «Quattro mesi da mia sorella, altri quattro mesi da mio fratello, altri quattro mesi ospite di qualcuno, vado avanti così – racconta – ma è chiaro che per famiglie che lavorano onestamente per 1200 euro al mese la mia presenza è un peso. Per quanto io possa aiutare in casa ma sono sicuramente un peso, e spero sempre di trovare finalmente la mia autonomia». L'overtourism sta svuotando un pezzo molto consistente di città dai residenti storici in favore dei turisti o dell'uso transitorio.
Il processo è partito dal centro antico, investendo da subito anche la zona dei Quartieri Spagnoli, ma piano piano ha iniziato ad allargarsi e così i quartieri di Avvocata, Montecalvario, Porto, San Giuseppe, San Lorenzo, Stella, Pendino, San Ferdinando, sono ormai in balìa della turistificazione.
«Il turismo porta ricchezza per chi ha i soldi – spiega la signora Cristina – ma per un semplice napoletano cittadino che lavora onestamente, o che è caduto in disgrazia, non è il turismo una ricchezza, perché ci stanno buttando fuori». Un processo di espulsione che riguarda sempre più persone. «Credevo di essere l'unica ma non è così, guardandomi intorno e parlando con le persone mi sono resa conto della portata del problema. Molto spesso non se ne parla, si ha vergogna di esporre la propria situazione, perché chi toglie casa, toglie vita, e si perde la dignità. Bisogna avere coraggio, io sto trovando il coraggio perché ne ho subite tante».