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Napoli Basket in Serie A1, ma il Pala Argento è un rudere: chiuso da 23 anni

Il PalArgento di Napoli chiuso da 23 anni: tante parole e tante promesse, ma i lavori di ristrutturazione non sono mai iniziati. E oggi rimane solo un rottame, abbandonato a ridosso di via Barbagallo. Nell’anno in cui il Napoli Basket è tornato in Serie A1, la squadra gioca ancora nel prefabbricato del PalaBarbuto, la “soluzione transitoria” che pare diventata definitiva.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Le tribune del PalArgento, ormai ridotte a un rudere. [Foto / Fanpage.it]
Le tribune del PalArgento, ormai ridotte a un rudere. [Foto / Fanpage.it]

Il Napoli Basket ha festeggiato un meritato ritorno in Serie A1, dopo tredici anni di attesa per la pallacanestro partenopea. Ma è ancora lontano il sogno di tornare a giocare nella sua storica casa, il Pala Mario Argento, detto PalArgento, da sempre uno dei gioielli delle strutture sportive partenopee ma che dal 1998 è ormai chiuso e che versa in uno stato di abbandono tale che la ristrutturazione appare ora particolarmente dispendiosa, nonostante in 23 anni si siano avvicendati sindaci su sindaci ed ammassate decine di ordinanze che mettevano a disposizione fiumi di denaro per ristrutturare lo storico palazzetto del basket partenopeo.

Tutto iniziò il 16 aprile del 1998: si giocava il derby tra la Partenope Napoli Basket (società che oggi milita in Serie B, ma che in bacheca vanta anche una coppa Italia nazionale ed una Coppa delle Coppe: oggi gioca a Sant'Antimo) e il Pozzuoli (che l'anno dopo cambiò nome in Società Sportiva Basket Napoli, vincendo una coppa Italia nazionale e giocando anche l'Eurolega prima del fallimento del 2008): derby che si concluse 82-73 per Partenope, era la penultima giornata di Serie A2. Poi, da allora, la chiusura per adeguamenti dell'impianto alle normative antisismiche. Ed inizia così il lungo calvario della struttura, 35 anni dopo l'inaugurazione in occasione dei giochi del Mediterraneo (22 settembre 1963, Italia-Siria 78-49).

Le tribune del PalArgento, ormai ridotte a un rudere. [Foto / Fanpage.it]
Le tribune del PalArgento, ormai ridotte a un rudere. [Foto / Fanpage.it]

Ma i lavori tardano ad iniziare. L'anno dopo, l'allora sindaco Antonio Bassolino stanzia cinque miliardi di lire (oggi circa 2,5 milioni di euro) per i lavori, che però non prenderanno mai il via. Passa un altro anno, e nuove proposte: il Comune di Napoli mette a disposizione 60 miliardi di lire (circa 30 milioni di euro) in tre anni per la ristrutturazione di diversi impianti sportivi cittadini. Ma tutto resta ancora fermo. Passa altro tempo, intanto il PalArgento inizia ad andare in malora. Nell'elenco annuale dei lavori pubblici del comune di Napoli per il 2002, alla voce 59 dell'allegato 4, ricompare la ristrutturazione del PalArgento, con fondi disponibili pari a 10.845.594,88 euro. Ma resteranno inutilizzati anche quelli. Nel frattempo c'è il terremoto nel Molise, cambiano le norme anti-sismiche, e il progetto va rifatto. Passano altri anni, si alternano le giunte comunali, ma di promesse e parole ce ne sono state tantissime, di lavori nessuno.

O quasi: perché le ruspe distrussero tutto, subito, tranne le tribune che ancora oggi si trovano su via Barbagallo, di fronte a quel PalaBarbuto che ne ha preso il posto. Un prefabbricato che, da casa "di passaggio", sembra diventata "sede definitiva. Nel 2016 Luigi De Magistris annunciò urbi et orbi che "cogliendo l'occasione delle Universiadi siamo pronti a lanciare il progetto di ricostruzione del Palazzetto dello sport Mario Argento". Nulla di fatto: le Universiadi, tenute nel 2019, nel PalArgento non si sono mai tenute, visto che mai sono partiti i lavori. E così il "rottame d'argento" di Fuorigrotta è ancora lì, con l'erba che ha riconquistato il terreno, le due enormi tribune ormai ridotte a ruderi, e tanti rimpianti. Il Napoli Basket, intanto, è tornato in Serie A1. Ma di una ristrutturazione del PalArgento, che aveva ospitato i Genesis nel 1974, Antonello Venditti nel 1990, le splendide sfide di tennis al cardiopalma tra Lendl e McEnroe e quelle altrettanto memorabili di boxe internazionali di Patrizio Oliva, ancora non si vede l'ombra.

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