Napoli, bagno dei maschi vietato a uno studente trans del liceo Vico: i compagni scioperano
Gli studenti del liceo Classico Statale Gian Battista Vico di Napoli hanno scioperato per un episodio di discriminazione di genere, che avrebbe coinvolto un loro compagno transgender. Sulla porta di un bagno è comparso il cartello ‘Bagno trans' con strisce rosa, celesti e bianche, in segno di solidarietà al ragazzo e simbolo di libertà per i ragazzi di auto definirsi come meglio credono, senza le imposizioni della scuola. Secondo quanto sostenuto dagli studenti il compagno sarebbe stato sgridato da un collaboratore scolastico, mentre stava per accedere ad uno dei bagni con il genere che maggiormente sentiva proprio, ossia quello dei maschi, mentre il dipendente, che gli si è rivolto utilizzando il genere femminile, lo ha esortato ad utilizzare i servizi dedicati alle ragazze. Appreso l'accaduto, gli studenti si sono ribellati dichiarando la vicenda "un'inaccettabile discriminazione" e si sono rivolti alla dirigente scolastica, per chiedere di prendere una netta e chiara posizione al riguardo. La preside, Maria Clotilde Paisio, allertata dal collaboratore scolastico, avrebbe convocato il ragazzo. Gli studenti sono sul piede di guerra e hanno indetto lo sciopero a sostegno del loro compagno e contro le discriminazioni di genere. Dopo un confronto con la dirigente scolastica il ragazzo transgender potrà usare il bagno dei maschi.
La risposta della dirigente
Come scrivono gli studenti su Instagram "in merito alla promozione di un’adeguata informazione e sensibilizzazione del personale scolastico, la dirigente sembrerebbe essersi resa disponibile ad attivare tale campagna anche per gli studenti, in collaborazione con l'associazione Arcigay di Napoli. Per la richiesta di istituzione della carriera Alias, che permette ad uno studente o ad una studentessa transgender la possibilità di fare richiesta per essere chiamati a scuola dai professori con il nome e il genere che prediligono, la preside – spiegano i ragazzi – ha riferito di essersi già confrontata con altri colleghi sulla questione e che questi avrebbero riscontrato difficoltà nell’attribuzione del nome alias sulla piattaforma del registro elettronico e che è necessario attendere un pronunciamento ufficiale dell’autorità giudiziaria per l’attivazione della carriera per evitare che si possa incombere nel reato di “falso in atto pubblico”, nonostante molti licei e atenei si siano già mobilitati".