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Napoli, abusava delle studentesse: tecnico universitario della Federico II condannato a 7 anni

Le indagini dei carabinieri dopo la denuncia di una studentessa. Borrelli (Avs): “Con le nostre denunce demmo voce alle vittime”
A cura di Pierluigi Frattasi
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La sede centrale dell'Università Federico II di Napoli
La sede centrale dell'Università Federico II di Napoli

"Abusava delle studentesse con con disinvoltura, come se nulla fosse", condannato a 7 anni un tecnico universitario dell'Università Federico II di Napoli. La sentenza è arrivata lo scorso maggio, firmata dal giudice di Napoli Giovanna Ciervo. Adesso sono state rese note le motivazioni. Il tecnico di laboratorio Giovanni Migliaccio, detto Vanni, 64enne all'epoca dei fatti, è stato condannato a 7 anni di reclusione. Disposta anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il tecnico, oggi 65enne, lavorava nel dipartimento di Biologia dell'università Federico II di Napoli. Nel 2020 era stato anche candidato alle elezioni regionali in Campania, senza però risultare eletto. Il tecnico avrà modo di poter chiarire la propria posizione eventualmente nel prosieguo dell'iter giudiziario.

Le indagini dei carabinieri dopo la denuncia di una studentessa

Migliaccio è stato arrestato il 18 novembre 2022 dai carabinieri del Nucleo investigativo, a seguito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Luigi Santulli, della IV sezione della Procura di Napoli, diretta dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone. Inchiesta partita dopo la denuncia di una delle vittime. Altre ragazze che sarebbero state prese di mira, poi, sono state individuate dai carabinieri attraverso i post pubblicati su Instagram, con i quali si invitavano eventuali vittime a rivelare gli abusi subìti, anche solo via mail, a uno gruppo di professoresse.

Le indagini dei carabinieri hanno poi ricostruito, come ha sottolineato il Gup, che il fenomeno sarebbe stato "molto diffuso e purtroppo strutturale in determinati contesti socio-culturali, laddove la vittima del reato di abusi cede, molto spesso, ad impulsi di carattere morale che la dissuadono da portare avanti intenti punitivi, per evitare di rivivere in sedi giudiziarie quanto subìto o di cui prova vergogna spesso accompagnati da sensi di colpa… per paura di evitare ritorsioni da parte del soggetto che riveste, come nel caso di specie, per ragioni professionali, una supremazia sulla vittima".

Borrelli (Avs): "Con le nostre denunce demmo voce alle vittime"

A chiedere fin da subito di approfondire la vicenda fu il parlamentare Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi Sinistra), che segnalò subito il caso ai vertici dell'Ateneo fredericiano, per chiedere l'avvio di una inchiesta interna. Oggi Borrelli commenta:

"Ebbi segnalazioni su questo soggetto da diverse studentesse e mi attivai subito contattando il Rettore che intervenne subito prima facendo una indagine interna e poi sospendendo il soggetto che intanto era stato anche denunciato alla Procura."

Borrelli, all'epoca consigliere regionale, raccolse le testimonianze di alcune studentesse e scrisse un esposto al Rettore:

"Anche grazie alla nostra denuncia con la quale abbiamo dato voce alle vittime che avevano paura, quell'uomo fu fermato e l'Università lo licenziò dopo aver ascoltato le vittime e avuto la nostra relazione. Ora ci aspettiamo una condanna severa".

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