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Napoletani scomparsi in Messico

Napoletani scomparsi in Messico, i familiari: “Vogliamo sapere dove sono”

Si è tenuta oggi la seconda udienza del processo ai tre poliziotti spagnoli per la sparizione dei tre napoletani scomparsi tre anni fa in Messico. In videoconferenza ha deposto Francesco Russo, unico testimone italiano. “Spero e sono sicuro – ha detto – che siano vivi e che siano in un campo a lavorare. Ma, se non sono in vita, noi vogliamo saperlo”.
A cura di Nico Falco
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Raffaele Russo, 60 anni, Antonio Russo, 25 anni e Vincenzo Cimmino, 29 anni (rispettivamente padre, figlio e nipote): sono i tre napoletani scomparsi da mesi in Messico dal 31 gennaio 2018.
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Dopo tre anni ancora non si sa nulla della sorte di Raffaele Russo, del figlio Antonio Russo e del nipote Vincenzo Cimmino, i tre napoletani originari del quartiere Mercato scomparsi il 31 gennaio 2018 in Messico. Ieri alle 17 (ora italiana) ha preso il via l'udienza che vede alla sbarra tre dei quattro agenti (uno è deceduto in carcere) accusati di avere prelevato quel giorno i tre e di averli consegnati al "Cartel Jalisco Nueva Generation", cartello dei narcos messicani; dopo la sospensione alle 22,45 (ora italiana), l'udienza è ripresa alle 17,30 di oggi, con la deposizione dell'unico testimone italiano, Francesco Russo, figlio di Raffaele, fratello di Antonio e cugino di Vincenzo.

Il processo si sta tenendo nella città di Ciudad Guzmán, nello stato messicano di Jalisco, il giovane napoletano ha preso parte in videoconferenza dalla sede del consolato onorario del Messico di Napoli, dove è stato accompagnato dall'avvocato Luigi Ferrandino e dall'interprete; ha esposto i fatti di cui era a conoscenza e ha risposto alle domande che gli sono state rivolte. "Spero e sono sicuro – ha detto Francesco Russo – che i miei familiari siano vivi e che siano in un campo a lavorare. Ma, se non sono in vita, noi vogliamo saperlo".

Durante l'udienza è stato ascoltato e tradotto in spagnolo l'ultimo audio che Antonio Russo aveva inviato in chat al fratello, nel quale lo informava che era stato fermato insieme ai familiari dalla polizia e che gli agenti avevano detto loro di seguirli. Da quel momento in poi i familiari non hanno avuto più notizie dei tre. Nello stato di Jalisco sono stati di recente ritrovati dei resti umani, ma fino ad ora, come ha spiegato l'avvocato Claudio Falleti, non sono emerse corrispondenze col Dna dei napoletani scomparsi.

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