Naeem, palestinese tifoso del Napoli: “Due gioie: il cessate il fuoco e la vittoria a Bergamo”
Il cessate il fuoco a Gaza e la vittoria di Bergamo: per Naeem, 27 anni, palestinese di Gaza, è stato un sabato di doppia felicità. "Stasera due gioie", ha scritto sui social, "la gioia del cessate il fuoco e la fine della guerra che è alle porte, e la gioia di battere l'Atalanta e guidare la classifica in solitaria". Un messaggio che si è subito diffuso in Rete, tra tanti utenti che ora auspicano un suo invito a Napoli per assistere ad una partita dal vivo. Tra questi, anche Maurizio De Giovanni: "Sarebbe meraviglioso invitarlo al Maradona. E condividere la nostra passione. Che è pacifica, e fortissima". Ma anche tanti altri tifosi azzurri sono andati sul suo profilo, da sempre "ricco" di presenze napoletane, per dargli il proprio abbraccio dopo la notizia del cessate il fuoco a Gaza, accolto con grande entusiasmo.
"Respiro libertà: non toglietemi l'aria", e ancora: "La vita che si era fermata il 7 ottobre è tornata". Messaggi di gioia per il cessate il fuoco, alternati all'esultanza calcistica: "Se il Napoli ha 10 tifosi, io sono uno di loro, se hanno un solo tifoso, sono io, e se non ce l'hanno, sappiate che sono morto", si legge in un altro post di oltre un anno fa, accompagnato da una sua foto in maglia azzurra. La fede calcistica per il Napoli e l'amore per la sua terra, la Palestina: Naeem le coltiva entrambe con la stessa passione. E così per lui sabato 18 gennaio è stata una doppia gioia: da una parte l'annuncio del cessate il fuoco raggiunto con Israele e dunque la fine dei raid su Gaza costati oltre 40mila morti; dall'altra, la vittoria del Napoli a Bergamo sull'Atalanta, al termine di un match combattuto fino alla fine.
Basta fare un giro sui suoi profili social per scoprire che la passione del Napoli è di vecchia data: tante le foto che ritraggono i giocatori azzurri, ma anche festeggiamenti, risultati, tutto quello che riguarda il Calcio Napoli è, da sempre, sui suoi canali. Assieme, purtroppo, all'orrore della guerra: Gaza, la città in cui è nato, dilaniata dai bombardamenti israeliani, murales, bandiere palestinesi. E quella voglia di "normalità" che forse solo il calcio riesce a dargli, per sfuggire ad una quotidianità fatta di dolore e morte.