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Morte di Silvio Berlusconi

Morto Silvio Berlusconi: il rapporto con Napoli, tra politica, donne e inchieste giudiziarie

La vita politica e personale di Silvio Berlusconi, morto oggi a 86 anni, si è più volte intrecciata con Napoli.
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Si narra che durante il G7 di Napoli, nel 1994 Silvio Berlusconi andò personalmente da uno dei più noti ristoratori del Lungomare per chiedergli di spostare una insegna che dava fastidio alla foto con panorama insieme ai Grandi del Mondo.

Sono centinaia gli aneddoti di questo tipo e tanti ne usciranno oggi, dopo la notizia della morte del magnate di Mediaset: dai comizi col bagno di folla, ai buffet dopo le conferenze stampa in piena emergenza rifiuti, dalla classe politica partenopea ‘pescata' in Standa a Mediolanum a Fininvest e plasmata per entrare in Forza Italia. Molti ricordano che il leader della Lega Nord Umberto Bossi, correva l'anno 2001, fu portato a passeggio in città proprio dal Cav., con il quale andò a mangiare una pizza  margherita a Chiaia.

Forte il legame coi simboli partenopei: la mozzarella di bufala che l'allora parlamentare Luigi Cesaro gli spediva puntualmente a Roma, ad Arcore e in Sardegna, i babà di cui era ghiotto. E poi le cravatte Marinella e i pastori di San Gregorio Armeno che spesso diventavano regali per gli ospiti stranieri.

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Poi ci sono le vicende che intrecciano inchieste e politica: il primo clamoroso avviso a comparire della Procura di Milano annunciato a mezzo stampa  proprio mentre il Cavaliere era a Napoli al G7 fino al caso Noemi Letizia (2009), la clamorosa sortita in un localino di Casoria col foto dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri alla festa di 18 anni di una sconosciuta ragazzina napoletana che chiamava "papi" l'allora premier italiano.

Gli amori napoletani di Silvio Berlusconi

Le ultime compagne di vita di Silvio Berlusconi, morto oggi 12 giugno 2023, hanno a che fare con Napoli.
Francesca Pascale, partenopea, fedelissima dei gruppi "Silvio ci manchi", poi arrivata ad Arcore e Marta Fascina, che passerà alla storia come l'ultima fidanzata del Cavaliere, classe 1990, nata in Calabria ma residente all'ombra del Vesuvio.

Napoletano è anche  Mariano Apicella il cantante e cantore del Berlusconi dei tempi d'oro, che fu anche interprete delle canzoni scritte dall'imprenditore e politico di Milano. Il Cav seppe sempre come esaltare lo spirito partenopeo, soprattutto nel periodo di massimo consenso politico. Più volte, nonostante carta d'identità e fede calcistica dicessero altro, si è definito «un napoletano nato al Nord».

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Nel maggio 2022 l'ultimo viaggio di Berlusconi all'ombra del Vesuvio: nonostante anni e acciacchi bagno di folla per l'ex premier con la compagna Marta Fascina in mezzo ai suoi sostenitori sul Lungomare, davanti agli alberghi di lusso. Anche in quell'occasione, sfoderò il repertorio di sempre:

Hanno sempre detto che sono un napoletano nato a Milano.
E poi quando ero ragazzo dicevano che ero un vulcano di idee… proprio come il Vesuvio; ho molti amici a Napoli, sono simpatici, spiritosi e sono tornato con molto piacere.

Napoli, il calcio e la battaglia col Milan

Diverso invece il rapporto sul fronte sportivo: Berlusconi è indelebilmente legato alla sua figura di presidente del Milan pluridecorato, quello di Arrigo Sacchi e dei tre olandesi, Gullit, van Basten e Rijkaard. Quei rossoneri si scontrarono fino all'ultimo col Napoli di Diego Maradona: scudetti combattuti e contesi fino all'ultimo, la celebre vicenda della monetina scagliata sulla testa del brasiliano Alemao che contribuì ad assegnare lo scudetto al Napoli e prima ancora lo scudetto clamorosamente perduto nel 1988 dagli azzurri.

Ovviamente Berlusconi in quanto leader di quel Milan fu bersagliato e detestato dai partenopei tifosi della squadra cittadina. Rispetto a quel Napoli di recente egli ebbe a dire:

Non avere acquistato Diego Armando Maradona è un rimpianto profondissimo. Anche perché era una persona fragile e forse la disciplina e l’attenzione ai singoli che c’era nel mio Milan lo avrebbero aiutato a evitare alcuni errori.

Ma Maradona era Napoli, era il simbolo e la bandiera del più grande Napoli della storia e le bandiere non si comprano e non si spostano.

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