Morto per una peritonite scambiata per lombalgia, condanna per Asl 2 Napoli. Il caso nel 2013
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Antonio Del Prete aveva 48 anni e viveva a Frattamaggiore (Napoli). La sua vita è finita il 4 maggio 2013, quando è morto a causa – lo dice ora una sentenza – di una diagnosi medica errata. Aveva una peritonite che però i medici scambiarono per una lombalgia e per questo fu mandato a casa: 15 ore dopo la seconda corsa al pronto soccorso dove però il paziente morì malgrado tutti i tentativi di salvargli la vita.
Condannata l'Asl Na 2 Nord che ora dovrà risarcire le sorelle e i fratelli dello scomparso. Il giudice Maffei, della seconda sezione Civile del Tribunale di Napoli Nord, ha accolto la tesi dei medici legali incaricati da Olmo Studio dell'avvocato Luciano Palermo che, con l'avvocato Angelo Scarano, ha seguito i familiari della vittima. Secondo quanto viene riportato gli esami diagnostici non furono eseguiti se non il giorno dopo il primo accesso in ospedale: esami ematochimici, eco addome, radiografie al torace ed radiografia diretta all'addome i quali evidenziarono la perforazione di un viscere cavo.
A questo punto venne disposto il ricovero, nel reparto di chirurgia, con diagnosi di "colica addominale in paziente con perforazione intestinale e versamento addominale"; i sanitari prepararono un intervento salva-vita ma purtroppo, alle 19.30, dopo l'anestesia e l'intubazione, il quadro clinico precipitò e, meno di un'ora dopo, Antonio morì a causa di un arresto cardiocircolatorio. La sera stessa, i familiari presentarono una denuncia ai carabinieri e iniziò la trafila giudiziaria conclusasi con una sentenza di condanna passata in giudicato.