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Morto per shock settico, l’ospedale Cardarelli dovrà risarcire 400mila euro ai parenti

L’ospedale Cardarelli dovrà risarcire con 400mila euro i familiari di un 50enne morto per infezioni contratte dopo un intervento al femore.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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L'ospedale Antonio Cardarelli di Napoli dovrà pagare oltre 400mila ai familiari di un paziente, morto a causa di un'infezione contratta nel nosocomio. Ne ha dato notizia lo Studio Associato Maior, che ha difeso i familiari della vittima, un uomo di 50 anni deceduto due anni fa dopo un ricovero in seguito ad una caduta domestica.

Il 50enne aveva riportato la frattura del femore e, dopo l'intervento chirurgico, iniziò la riabilitazione in un centro, ma in poco tempo le sue condizioni precipitarono e venne ricoverato nuovamente al Cardarelli con gravi difficoltà respiratorie, tachicardia e dolori addominali, seguiti da un progressivo peggioramento delle condizioni di salute. Dagli esami, emerse che l'uomo aveva diverse e gravi infezioni (tra cui Klebsiella Pneumoniae, Acinetobacter Baumannii, Escherichia Coli e Candida Albicans) che ne hanno cuato un grave squilibrio sistemico, coinvolgendo fegato e reni e portato ad uno shock settico e quindi al decesso per insufficienza cardiaca.

La tesi degli avvocati era che le infezione contratte in ospedale fossero la causa primaria del decesso, con il Cardarelli che non è riuscito a dimostrare di aver adottato tutte le misure igienico-sanitarie necessarie per prevenire tali infezioni. Il tribunale ha riconosciuto a fratelli e nipoti della vittima un risarcimento di oltre 400.000 euro per la perdita del rapporto parentale e ulteriori danni. "Questo risultato è un importante passo avanti nella lotta per la giustizia nei casi di malasanità, siamo fieri di aver portato avanti questa battaglia e di aver ottenuto un risarcimento equo per la famiglia del nostro assistito", spiegano gli gli avvocati Pierlorenzo Catalano, Michele Francesco Sorrentino e Filippo Castaldo, che si sono avvalsi del supporto legale del dottor Marcello Lorello per il loro ricorso al Tribunale di Napoli.

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