“Morto a 15 anni per un tumore non diagnosticato, ora vogliamo giustizia”
![Immagine](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/30/2025/02/Carmine-Puccinelli-Studio-associati-Maior_censored-1739293191323-1200x675.jpg)
Morto a 15 anni per un tumore non diagnosticato in tempo. Adesso i familiari chiedono giustizia. La tragedia ha sconvolto la famiglia del 15enne napoletano Carmine Puccinelli. Gli avvocati ora annunciano il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo. Lo Studio Associato Maior, rappresentato dagli avvocati Filippo Castaldo, Michele Francesco Sorrentino e Pierlorenzo Catalano, insieme al medico legale Marcello Lorello, continua la battaglia per ottenere giustizia per il quindicenne napoletano deceduto a causa di un tumore che non sarebbe stato diagnosticato in tempo. Secondo i legali ci sarebbero state "gravi negligenze mediche".
Depositata una consulenza tecnica
Secondo quanto riportato nella consulenza tecnica, depositata presso la Procura di Macerata, la neoplasia al ginocchio di Carmine sarebbe stata riconoscibile già a dicembre 2022. Tuttavia, i medici inizialmente avrebbero "sottovalutato i sintomi – scrivono i legali – diagnosticando erroneamente una contusione o una cisti, ritardando così cure salvavita".
Questa mattina, il Dipartimento Penale dello Studio Associato Maior si è presentato al Tribunale di Macerata per difendere la memoria del ragazzo, nel procedimento a carico dei dei medici indagati per omicidio colposo in ambito sanitario e falso ideologico e materiale in atto pubblico. Depositata, inoltre, un’integrazione alla perizia di parte, redatta da un oncologo di fama e professore ordinario presso l’Università di Napoli. Le perizia, afferma lo studio legale Maior, confermerebbe "con chiarezza le responsabilità dei sanitari" e dimostrerebbe che "una diagnosi tempestiva avrebbe potuto garantire la guarigione totale del giovane". "Siamo determinati a ottenere giustizia per Carmine e, se necessario, porteremo il caso davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo", dichiarano gli avvocati della famiglia.