Morte di Samuele, l’avvocato: “I genitori si fidavano di Mariano Cannio”
Mariano Cannio era ritenuto una persona di fiducia, non solo dai genitori di Samuele ma anche da altri familiari, che pure spesso lo chiamavano per farsi aiutare nelle pulizie di casa. Non aveva mai dato segni di violenza e nessuno avrebbe mai potuto immaginare quello che poi è successo venerdì scorso, quando si è sporto sul balcone col bimbo in braccio e lo ha fatto cadere. Per un capogiro, sostiene lui, anche se questa versione non è ritenuta credibile dagli inquirenti, che hanno disposto la custodia in carcere e propendono per il gesto volontario.
A parlare del rapporto tra la famiglia del bimbo, precipitato venerdì scorso dal terzo piano di un palazzo nel centro di Napoli, e il 38enne fermato per l'omicidio, è il legale che supporta la famiglia in questi tragici giorni, l'avvocato Domenico De Rosa. "Non vogliono né vendetta né soluzioni catastrofiche nei confronti di Mariano Cannio – spiega – aspettano solamente la verità. Vogliono capire perché è successo. Neanche come, perché. I rapporti erano di estrema normalità, Mariano Cannio da anni si dedicava a lavori di carattere domestico non solo presso i genitori di Samuele, ma anche presso altri familiari, da anni. Era una persona che chiedeva spesso, avendo bisogno di un sostentamento economico, di andare a svolgere queste attività presso le abitazioni di vari componenti della famiglia. Nel caso specifico, sapete che la mamma di Samuele è incinta all'ottavo mese e quindi, mai come in questo momento, ha bisogno di un aiuto in casa".
Ieri c'è stata l'autopsia sul corpo del piccolo, questa mattina si sono tenuti i funerali di Samuele. Centinaia di persone si sono radunate dentro e davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci, in via Veterinaria, poco distante dal luogo della tragedia. La messa di suffragio è stata celebrata dall'arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia. Gli inquirenti hanno disposto una perizia su Cannio, per accertare se al momento della tragedia fosse in grado di intendere e di volere; al momento resta nel carcere di Poggioreale, nel reparto per detenuti con problemi psichiatrici.