Morte di Giovambattista Cutolo, la mamma fuori dal Tribunale: “Vogliamo giustizia o faremo la rivoluzione”
"Vogliamo la giustizia, se non ci sarà faremo la rivoluzione civile". Sono le parole cariche di dolore di Daniela Di Maggio, la mamma di Giovambattista Cutolo, conosciuto da tutti come Giogiò, il musicista di 24 anni ucciso all'alba del 31 agosto scorso, in piazza Municipio a Napoli, raggiunto da tre colpi di pistola sparati da un minorenne, dopo essere rimasto vittima di una banale lite in un pub. Oggi è iniziata l'udienza preliminare al Tribunale dei Minori di Napoli. Il 17enne che ha sparato, difeso dall'avvocato Davide Piccirillo, ha scelto il rito abbreviato: ha confessato di aver sparato, ma ha affermato di non averlo fatto con l'intenzione di uccidere.
Sit-in all'esterno del Tribunale dei Minori a Napoli
All'esterno del Tribunale in viale Colli Aminei si sono radunati in un sit-in i familiari, assistiti dall'avvocato Claudio Botti, e gli amici di Giogiò. La mamma di Giogiò, con un megafono, ha parlato alla folla, chiedendo: "Giustizia indiscussa". Oltre 50 i ragazzi presenti per ricordare l'amico scomparso. I manifestanti hanno appeso un grande striscione all'ingresso del tribunale con la scritta "Vogliamo giustizia per Giogiò" e molti di loro hanno degli strumenti musicali. Giogiò era un talentuoso suonatore di corno della Nuova Orchestra Scarlatti e del Conservatorio di San Pietro a Majella. Il 2 novembre scorso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito la medaglia d'oro al valor civile con la seguente motivazione:
"Interveniva durante un violento litigio per proteggere un amico aggredito da un gruppo di malviventi, i quali, per ritorsione, lo colpivano con tre colpi di arma da fuoco, uno dei quali aveva esito mortale. Mirabile esempio di coraggio, altruismo e virtù civiche".
Mentre il consiglio comunale di Napoli domani proporrà l'intitolazione di un centro giovanile: la Casa della Socialità al Vomero.
La mamma di Giogiò: "Vogliamo giustizia"
"Il giudice – ha gridato la mamma Daniela Di Maggio – sia nei panni della mamma, del papà e della sorella, pensi a questo prima della della sentenza. Altro che rito abbreviato. Hanno ucciso mio figlio come se fosse il peggiore dei camorristi". Mentre il padre, Franco Cutolo, ha affermato: "Spero in una pena esemplare, ho fiducia nel giudice. Ci vogliono interventi seri del governo in generale sui minori, ma prima delle nuove politiche sociali ci vogliono misure subito. Il primo problema sono le armi, troppe in mano ai minori. E poi sappiamo che i ragazzi di oggi non sono gli stessi di qualche anno fa, i giudizi non possono essere uguali. Lui avrà una pena ridotta perché è minorenne, ma questa non è giustizia".