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Parco Verde, Marianna Fabozzi andrà a processo per l’omicidio del piccolo Antonio Giglio

Dopo sette anni dalla morte di Antonio Giglio, il bimbo di tre anni precipitato dal settimo piano nel rione alla periferia di Caivano, è stata rinviata a giudizio la madre, Marianna Fabozzi. La donna è accusata di averlo spinto dal davanzale della finestra dell’appartamento di sua madre al settimo piano nel rione Parco Verde di Caivano. Imputato, per favoreggiamento, anche l’assassino condannato di Fortuna Loffredo, Raimondo Caputo.
A cura di Angela Marino
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Clamorose novità dal Parco Verde di Caivano. Dopo sette anni dalla morte di Antonio Giglio, il bimbo di tre anni precipitato dal settimo piano nel rione alla periferia di Caivano, il gip ha rinviato a giudizio la madre, Marianna Fabozzi. L'accusa, per l'ex compagna di Raimondo Caputo, condannato per l'omicidio di Fortuna Loffredo, è quella di omicidio. A insistere perché il processo a carico della donna venisse celebrato, nonostante il parere contrario della Procura che intendeva archiviare, gli avvocati di parte civile Sergio Pisani e Angelo Pisani, legali del papà del piccolo Antonio, Gennaro Giglio. Si tratta di uncapo d'imputazione pesante per la donna, già in carcere per concorso in abusi sessuali sulle figlie e il cui nome è spuntato nel caso Loffredo nel 2016, quando al compagno fu notificata l'accusa dell'omicidio della bimba di sei anni e a lei.

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Stavolta Marianna è accusata dell'omicidio del figlio primogenito avuto dall'ex Gennaro Giglio, il piccolo Antonio, deceduto nell'aprile del 2013 per i traumi di una caduta dal settimo piano. Il bimbo aveva solo tre anni quando è morto precipitando dalla finestra dell'appartamento di proprietà della madre di Marianna Fabozzi, Angela Angelino, al penultimo piano della palazzina all'isolato3 nel rione alla periferia di Caivano (Napoli). Al tempo, un anno prima che la morte di Fortuna Loffredo accendesse un gigantesco faro sul rione, la morte di Antonio fu archiviata come incidente. Oggi, alla luce di nuove testimonianze, il gip del Tribunale di Napoli, Luana Romano, ha deciso di processare la madre perché "dopo aver preso in braccio il figlio e averlo sporto dal davanzale della finestra della camera da letto di Angela Angelino, ne cagionava il decesso per precipitazione".

Raimondo Caputo

Per Raimondo Caputo, invece, l'accusa è di favoreggiamento per aver aiutato la compagna Marianna Fabozzi a "eludere le investigazioni dell'Autorità". "Sentito a sommarie informazioni dai carabinieri della compagnia di Casoria in merito al decesso di Antonio, riferiva che la sorella Antonietta Caputo, che aveva reso dichiarazioni accusatorie nei confronti di Marianna Fabozzi, quale responsabile della morte del figlio avendola vista personalmente dagli specchi posti nel corridoio di Angela Angelino, non era presente nell'abitazione al momento della precipitazione di Antonio, dichiarazione dallo stesso, poi, smentita in data 9 luglio 2016 nel corso dell'interrogatorio reso presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale". Il processo avrà inizio a gennaio 2021.

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