Morta Marcella Marmo, la prof di Storia contemporanea che ha rivoluzionato gli studi sulla camorra

Storica rigorosa, intellettuale raffinata, avvezza a destreggiarsi tra fonti e documenti, oltre che affabile, gentile e simpatica, sempre lontana dai riflettori tranne quando fu tirata in ballo nella querelle sull'identità di Elena Ferrante. Ricordano così gli amici e quelli che con lei hanno lavorato Marcella Marmo, la studiosa morta ieri a 74 anni. Nata a Napoli nel 1946, la prof è stata moglie di Guido Sacerdoti (scomparso 9 anni fa), medico, pittore e nipote di Carlo Levi.
Già professoressa di Storia contemporanea alla Federico II di Napoli, era stata allieva di Giuseppe Galasso e Pasquale Villani. Le sue prime ricerche avevano riguardato le classi operaie a Napoli ai primi del ‘900, poi era passata allo studio della camorra, affrontato attraverso la metodologia degli studi sociali; in questo campo ha rappresentato una figura centrale, i suoi lavori furono citati anche nella relazione della commissione parlamentare antimafia del 1992. Tra i lavori più significativi, "Il coltello e il mercato. Camorra prima e dopo l'unità d'Italia", saggio che ricostruisce pratiche e linguaggi camorristici già in uso nell'ottocento e in parte simili a quelli della malavita organizzata odierna.
Nel 2016 un articolo del Corriere delle Sera, a firma di Marco Santagata, l'aveva indicata come reale identità della scrittrice Elena Ferrante. Analizzando i libri della Ferrante, l'autore aveva concluso che l'autrice aveva frequentato la Scuola Normale di Pisa a metà degli anni Sessanta e che era originaria di Napoli (o aveva vissuto nella città per molto tempo in seguito). Unica a corrispondere a questo profilo, secondo Santagata, era proprio Marcella Marmo. Lei aveva smentito, ma le sue parole non erano bastate per evitare il polverone tra chi riteneva plausibile quella tesi e chi invece no.