Molestie in Accademia di Belle Arti Napoli, indagini chiuse: due docenti rischiano processo
Si chiude con due docenti indagati l'indagine che ha coinvolto l'Accademia di Belle Arti di Napoli: la pm Cristina Curatoli, titolare delle indagini con l'aggiunto Raffaello Falcone, contesta ai due un episodio ciascuno. Archiviato, invece, il caso principale, quello che aveva fatto scattare l'inchiesta che vedeva come perno il primo docente, accusato di molestie sessuali da una studentessa: le dichiarazioni della ragazza sono risultate infondate, tanto che gli inquirenti avevano inizialmente formulato a suo carico l'ipotesi di calunnia (per la quale si prospetta però l'archiviazione).
Le indagini sono andate avanti un anno, tra analisi delle chat e una quarantina di studentesse ascoltate; è stato ricostruito un contesto in cui non era raro che le studentesse venissero avvicinate e fatto oggetto di avances, ma in nessun caso sono emersi elementi tali da far ritenere l'esistenza di ricatti a sfondo sessuale collegati alla carriera universitaria. Quando scoppiò il caso il docente decise di dimettersi dall'insegnamento, comunicando quella scelta con la volontà di difendersi appropriatamente nelle sedi opportune. Il filone principale è stato archiviato, per gli inquirenti si è trattato quindi di un rapporto consensuale, ma dalle indagini sono emersi altri due casi, per i quali il pm vuole chiedere il rinvio a giudizio e quindi il processo.
Il primo riguarda lo stesso docente e risale al 2015: l'uomo avrebbe palpeggiato una studentessa in due occasioni mentre era da sola all'interno dell'istituto. L'altro episodio è invece del 2017 e coinvolge il secondo docente: secondo l'accusa avrebbe palpeggiato una studentessa durante l'ora di Arte. Ai due indagati è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini; ora la difesa ha venti giorni di tempo per fornire memorie difensive o chiedere ulteriori supplementi di indagine, poi la Procura dovrà decidere se propendere per l'archiviazione o proseguire chiedendo il processo.