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Minacce di morte alla giornalista Bertone dall’ergastolano dei Casalesi: “Ti faccio saltare in aria”

Rinviato a giudizio Cellurale, affiliato ai Casalesi, per le minacce alla giornalista Maria Bertone: le ha scritto che l’avrebbe fatta “saltare in aria”.
A cura di Nico Falco
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"Sai, ti stavo pensando. Spero di vero cuore che al più presto uscirò, così ti faccio saltare in aria. Ora lo dico a tutti, che se qualcuno esce prima di me ti deve sparare 10 colpi tutti in bocca, a te e a tutta la tua razza di merda": è il contenuto di una lettera che, un anno e mezzo fa, è arrivata alla redazione di Marcianise dei quotidiani Cronache di Napoli e Cronache di Caserta, con destinataria la giornalista Maria Bertone, direttrice delle testate. Mittente, Giovanni Cellurale, ergastolano del clan dei Casalesi, fazione del boss Bidognetti e legato ai Caterino di Cesa, ritenuto colpevole anche di omicidio. Per quella lettera il pm della Direzione Distrettuale Antimafia Fabrizio Vanorio ha chiesto il rinvio a giudizio del 50enne di Aversa, attualmente detenuto a Palermo; l'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 29 marzo (giudice Chiara Bardi del Tribunale di Napoli).

L'uomo avrebbe inviato la missiva perché contrariato dal fatto che una sua precedente lettera (che in realtà non sarebbe mai arrivata alla redazione) non sarebbe stata pubblicata. All'arrivo delle minacce era stata sporta denuncia presso i carabinieri di Marcianise; si era riunito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ed era stata attivata per Maria Bertone la sorveglianza saltuaria presso il domicilio e il luogo di lavoro. “Ringrazio le forze dell’ordine che mai mi hanno fatto mancare la loro presenza – ha commentato Maria Bertone dalle pagine di Cronachedi – il passaggio dell’auto, che sia civetta o d’ordinanza, è assiduo e ci fa sentire protetti. Parlo al plurale perché è chiaro che le minacce di Cellurale non sono solo rivolte a me, ma a tutti i colleghi di Cronache che io mi onoro di rappresentare e con cui lavoro fianco a fianco, per tante ore al giorno, da 14 anni. Sono i rischi del mestiere, specie quando lo si fa come lo facciamo noi, presenti sui territori e nei fatti in maniera approfondita e capillare. Purtroppo nelle realtà come quelle che raccontiamo quotidianamente facciamo i conti da sempre col tentativo di qualcuno di zittirci, che si tratti di camorristi, di colletti bianchi o di semplici teste calde"

Solidarietà alla giornalista minacciata è arrivata anche dal Comitato don Peppe Diana, che commenta: "La parola che informa, racconta, fa riflettere e scopre è una parola da difendere. Alla giornalista Maria Bertone, la vicinanza del Comitato don Peppe Diana. Libera e corretta informazione contro ogni tipo di criminalità, sempre". L'Ordine dei Giornalisti della Campania, si legge in una nota, "è al fianco di Maria Bertone e di tutta la redazione di Cronache di Napoli e Cronache di Caserta dopo le gravi minacce di morte".  "Nessuna minaccia può limitare la libertà di stampa – prosegue il presidente, Ottavio Lucarellie Cronache continuerà a raccontare i fatti senza alcuna paura. Alla magistratura e alle forze dell'Ordine, sempre attente ai giornalisti minacciati, l'invito a tenere alta la guardia soprattutto nei territori più a rischio per l'informazione". Il Sindacato unitario dei Giornalisti della Campania (Sugc), in una nota, ha espresso preoccupazione ricordando che la provincia di Caserta "si conferma uno dei territori più pericolosi per i giornalisti in Italia" ritenendo "necessario che lo Stato dia una segnale forte in questo territorio, così come nell'area Nord di Napoli".

Solidarietà è arrivata anche dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che si è detto convinto che "il direttore Bertone e l'intera redazione del quotidiano andranno avanti nell'esercitare il fondamentale di diritto di cronaca con l'autonomia e la libertà di sempre. Auspichiamo che, in tempi brevi, grazie al procedimento avviato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, si faccia piena luce sulle responsabilità di questo vile gesto". Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nell'esprimere solidarietà ha parlato di "un inaccettabile atto intimidatorio da condannare fermamente" e si è detto certo che proseguirà il prezioso lavoro giornalistico con la determinazione di sempre".

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