Milioni di euro falsi venduti in Italia, Francia, Spagna e Grecia: la fabbrica dei soldi era a Napoli
Milioni di euro falsi venduti sia in Italia che in Francia, Spagna e Grecia. Soldi quasi identici a quelli veri, ma del tutto taroccati. La fabbrica era nel Napoletano. A scoprirla i Carabinieri del Comando Antifalsificazione Monetaria, che sin dalle prime ore di questa mattina stanno eseguendo a Napoli, in altre località del paese ed in Francia, un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di oltre 60 persone. Un business illegale che si poggiava su una organizzazione logistica bel collaudata e strutturata, dai capi agli addetti alle pulizie e che, secondo gli investigatori, ammonterebbe a circa 6 milioni di euro nel periodo oggetto dell'indagine.
"Agevolato il clan Mazzarella"
Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di vendita di valuta in euro contraffatta in Italia ed all’estero. A 13 destinatari delle misure cautelari è contestato il reato di associazione per delinquere. Nel corso delle indagini è emerso il profilo della finalità di agevolazione del clan camorristico “Mazzarella”. Nell’operazione sono al momento impegnati oltre 300 Carabinieri. Il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha convocato una conferenza stampa in Procura, sulla vicenda, per questa mattina alle 10,30.
La base logistica, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sarebbe stata allestita all'interno di un "basso", ossia un terraneo con ingresso sulla strada, tipico a Napoli, nel quartiere di Mercato Pendino, al centro storico di Napoli, organizzato come un negozio con tanto di orari di apertura e chiusura. L'operazione è stata condotta dai militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, supportati da quelli dei Comandi Provinciali di Napoli, Milano, Salerno e Agrigento, del 10° Reggimento Campania, del 7° Nucleo Elicotteri di Pontecagnano e, per l’estensione internazionale, da Europol.
Misure cautelari per 63 persone
L'ordinanza di misure cautelari riguarda 63 soggetti, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla vendita di valuta in Euro contraffatta anche all’estero, di concerto con chi ebbe a produrla, aggravata dall’aver agevolato l’attività del clan camorristico “Mazzarella”, egemone nell’area urbana partenopea del Mercato Pendino. Di concorso nella vendita della citata valuta contraffatta ed, in due episodi, di tentata estorsione.
Nello stesso contesto, in Francia, personale del locale Office Central pour la Repression du Faux Monnayage ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di un italiano destinatario della misura restrittiva nel frattempo localizzato in quel Paese. L’ordinanza in argomento applica per 48 persone la misura cautelare della custodia in carcere, per 14 persone la misura cautelare degli arresti domiciliari e per 1 persona la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Napoli.
Il provvedimento cautelare consegue ad attività investigativa svolta in evoluzione di una precedente indagine, condotta dalla medesima unità specializzata dell’Arma dei Carabinieri, per il cui procedimento, definito con richiesta di giudizio immediato, in data 7 novembre 2023, il Gup ha già emesso le prime sentenze di condanna a carico di buona parte dei soggetti imputati.
La base in un "basso" della zona di "Sopra le mura"
Le indagini hanno consentito di raccogliere determinanti fonti di prova circa l’esistenza e l’operatività, in Napoli, nel quartiere Mercato-Pendino, di un gruppo criminale che, all’interno di un basso terraneo, aveva allestito non solo la propria base logistica, ma anche una vera e propria rivendita di valuta in Euro contraffatta, il cui volume d’affari è apparso sin da subito di ingenti dimensioni. Le attività investigative, condotte in un’area corrispondente ad una delle più importanti roccaforti del clan camorristico “Mazzarella”, hanno reso necessario l’allestimento di un impianto di indagine fondato essenzialmente su servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché di intercettazioni telefoniche ed ambientali condotte diuturnamente per l’intero periodo di tempo oggetto delle indagini.
L’unicità e l’assoluta rilevanza della manovra investigativa è da rinvenire nell’emersione del profilo agevolativo dell’attività del clan “Mazzarella”. Infatti, la zona in cui la delineata associazione per delinquere ha operato, denominata comunemente ‘n ’gopp’ ‘e mur’, è notoriamente sottoposta all’egemonia criminale del clan camorristico, al quale venivano corrisposte costantemente ed in forma libera somme di danaro costituenti parte dei proventi delittuosi così da agevolarne le attività ed accrescerne il potere criminale. Inoltre, il compendio probatorio ha goduto di un valore aggiunto costituito dalle acquisizioni dichiarative di un collaboratore di giustizia che, già molti anni prima dei fatti in argomento, aveva fatto riferimento a tale consorteria dedita alla vendita di “soldi falsi”.
Sequestrati oltre 200mila euro
Lo scenario investigativo è stato anche arricchito da ulteriori riscontri oggettivi raccolti grazie ad importanti operazioni di sequestro di valuta in euro contraffatta, per un valore nominale complessivamente stimato in oltre 200mila euro, nonché da 7 arresti di acquirenti dal sodalizio, operati in flagranza di reato, 3 dei quali cittadini francesi in procinto di rientrare in Patria, a conferma dell’attivazione di flussi distributivi verso l’estero.
Le indagini, nella loro complessità, hanno anche permesso di definire la capacità degli associati di esportare la valuta in euro contraffatta all’estero. infatti, non solo vi è stato l’arresto di 3 cittadini francesi subito dopo aver acquistato il danaro contraffatto, ma si è documentato, mediante intercettazioni di comunicazioni intercorse tra gli associati, che la valuta era stata venduta in Francia, Spagna e Grecia. Inoltre, risulta significativo evidenziare che le classi di contraffazione, assegnate dalla Banca Centrale Europea alle banconote contraffatte vendute dalla rivendita del Mercato/Pendino, circolano in tutta Europa. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.