Michele Grimaldi (Pd): “Al congresso scelgo Bonaccini. In Campania il partito non discute più”
Michele Grimaldi, 40 anni, già coordinatore della segreteria nazionale dei Giovani Democratici, è oggi consigliere comunale a Scafati col Partito Democratico. È uno degli esponenti Dem che quando si è trattato di battere i pugni o alzarsi e andarsene non ci ha pensato due volte: ad esempio nel 2014, quando ha lasciato la segreteria regionale dopo le prime voci di “inciucione” elettorale del Pd renziano. Stavolta è di scelte che si parla, visto che il congresso nazionale è alle porte.
Per chi voterà alla segreteria del Partito Democratico?
Per Stefano Bonaccini.
Come mai? Elly Schlein non è la candidata giovane e di “rottura” che si auspica?
No, un attimo. Anzitutto: i candidati in campo sono il presidente della Regione Emilia Romagna e la ex vicepresidente della stessa Regione; non penso dunque che vi siano differenze programmatiche così ampie. Rifiuto il ragionamento secondo il quale che se vince Bonaccini il Pd diventa di destra e se vince Schlein rifonda il comunismo… insieme a Letta e Franceschini. Il mio è un ragionamento politico. E non è una frase fatta.
E facciamolo questo ragionamento politico.
Prima cosa da dire: c’è chi spera che il Pd imploda.
Dentro o fuori il partito c'è questa speranza?
Beh…fuori c'è da sempre. Anche dentro. Qualcuno spera che il Partito Democratico esaurisca la sua funzione e lasci il campo di centrosinistra ai due complementari populismi di Calenda e Conte.
Grimaldi e se il Pd semplicemente non fosse capace di ‘gestire’ quel campo? Fondare un soggetto nuovo non si può? Eppure n’è parlato dopo le Politiche di settembre.
Per quanto il Partito Democratico abbia fallito, la sua missione resta. Poi però sorrido perché noi ci caratterizziamo per cambiare nomi e simboli anziché i gruppi dirigenti. Questa è una delle ragioni del nostro progressivo assottigliarsi. Il simbolo e il nome sono forse un problema di comunicazione, ma non sono "il" problema. Ribadisco: non è sbagliata la missione per cui è nato il Pd.
Qual è questa missione, secondo lei?
È quella di riorganizzare la società italiana in un contesto culturale e economico cambiato rispetto al Novecento. È questa la sfida che resta in in piedi. Il Pd ha una democrazia interna, ha una struttura ed ha un legame, seppur sempre più effimero, con la società. Non penso assolutamente che se il Partito Democratico esplode poi rinasce il Partito Comunista Italiano da una parte e un partito liberale dall’altra. Ultima cosa, non di poco conto di questi tempi: questo è un partito orizzontale e non un partito personale. Pure per questo occorre garantirne l’esistenza.
Talmente orizzontale che si candida a guidarlo chi non è mai iscritta, come Schlein
Non mi scandalizza che possa fare la segretaria del Pd chi si è iscritta ieri. Se il partito è così debole il problema è dei gruppi dirigenti, non di Elly Schlein. C'è un'altra cosa che mi suona strana, singolare: in questa fase congressuale stiamo discutendo di tutto, tranne che dei cinque anni precedenti e di una classe dirigente che ci ha portato ad uno dei peggior risultati elettorali di sempre. Classe dirigente che, oggi, sta tutta con la mozione Schlein.
Vista la critica alla classe dirigente ha mai pensato di andar via dal Pd?
No. Con tutti i suoi limiti è l'unico spazio politico in cui ci siano possibilità. Posso sembrare ingenuo o romantico ma la penso così. Poi non ritengo le politiche di Renzi e Calenda compatibili con le mie. Io all'epoca non sono trasmigrato automaticamente nel Pd dai Ds, ci ho pensato. Volevo davvero costruire questo partito che cambiava la società. E invece siamo diventati una sommatoria di feudi e potentati locali.
Ed eccoci al tema locale. Lei parla di feudi, potentati. In Campania il Partito Democratico è il partito di Vincenzo De Luca. Lei e il presidente della Regione contribuirete a sostenere lo stesso candidato alla segreteria nazionale Dem…
Sì, voto lo stesso candidato di De Luca. E lui vota il mio stesso candidato. Però chi sta dall'altra parte, con Schlein e ne coordina la mozione (Francesco Boccia ndr.) non mi pare che alle passate Elezioni Politiche abbia avuto grandi riserve sulle liste Pd prodotte in Campania, soprattutto sui nomi non campani, non ho visto grandi rotture, grandi cambiamenti.
De Luca invece si è "sfrenato" e nelle interviste parla di « un gruppo dirigente miserabile». Condivide?
(ride). Siamo l’unico partito scalabile dal proprio gruppo dirigente in due modi: se ne parla male o se è fedelmente cieco a chi comanda imponendo una damnatio memoriae contro chi c’era prima. È incredibile: Matteo Renzi il ‘rottamatore', Pierluigi Bersani il segretario della ‘ditta', Nicola Zingaretti che parla del "partito peggiore del mondo". De Luca non è una eccezione. Renzi ha scalato così, Schlein vuole fare così. Ma sa cosa succede? Se parliamo del Pd come del posto peggiore al mondo, anche gli elettori se ne convincono.
Gli elettori hanno parlato chiaro anche in Campania…
Il Pd Campania non esiste. Federazioni commissariate o dormienti. Noi non facciamo una discussione sull'urbanistica regionale. Ma se molti passi della legge regionale sull'urbanistica non mi convincono, oltre i comunicati stampa dove è il luogo in cui discutere? A me sta a cuore la questione ambientale visto che sono consigliere comunale a Scafati: dove se ne discute a livello provinciale e regionale? Solo nei rapporti personali ma non c’è la politica. Io sono cresciuto guardando Enzo Amendola o Tino Iannuzzi fare discussioni con Ciriaco De Mita e Antonio Bassolino su grandi questioni, c’erano gli assessori, tu discutevi, ti confrontavi. Oggi non più. E, purtroppo, non solo in Campania.