Mergellina è due mondi separati da una curva d’asfalto quasi sempre bloccata dalle auto. Il mare e il marciapiede. Sono entità porose, come il resto della città: si scambiano persone, si guardano e diffidano l’una dell’altra. A Mergellina però possono ancora accedere tutti. Nessuna prenotazione né fila da sopportare, non c’è un prezzo troppo alto da pagare: passeggiare è gratis, una graffa non costa quanto una cena di pesce. E il panorama è incluso nel prezzo. Non è la Napoli dei soli turisti ed è cartolina ovvia, quasi inconsapevole, così naturale da non doversi sforzare d’essere colore.
Da qualche anno fa in luogo di «abbascio ‘e chalet» la geolocalizzazione dei giovani napoletani è diventata «’nderra Mergellina». Ho detto napoletani ma è una imprecisione: Mergellina e gli chalet sono vissuti da un popolo metropolitano. Una provincia intera, capoluogo incluso.
Ciò che appare folla in realtà non è popolo indistinto bensì utenza diversa a seconda di orari e giorni: passa il lunedì e in tutti i giorni della mattina e troverai runners e quei pochi pescatori che resistono. Vedrai chi ha ancora un rapporto col mare e ne trae reddito o svago. Ma prova ad andare la sera, agli chalet di Mergellina. C’è un popolo e una tensione che sperimenti solo in alcuni eventi di piazza o in una discoteca.
Uno studio sociologico del Comune di diciotto anni fa fotografò così le diverse funzioni di Mergellina: «È quasi una sintesi simbolica di Napoli: una coesistenza nello stesso spazio di mondi anche tra loro antitetici, che, in alcuni casi fortunati, diventa condivisione». Son passati anni e quei “casi fortunati” si sono ridotti, assottigliati, sono spariti.
A Mergellina la dinamica non è di condivisione ma di protezione degli spazi. Vengono quelli di Soccavo e quelli di Barra, ‘e guagliune di Ponticelli e quelli di Pianura. Gli chalet lavorano come catene di montaggio: soft drinks e superalcolici, birre e patatine, graffe e cornetti. Marciapiede, scooter, moto, auto, tavolini, dehors, cassonetti.
Ogni spazio è motivo di contesa: congestione, abusivismo, occupazione. Mergellina è il gratta e vinci di Napoli: togli la patina dorata e si palesa a poco prezzo la sconfitta con tutte le sue dipendenze. L'ostentazione, la lotta al tavolino migliore, al parcheggio più vicino, al cameriere che serve prima te e poi me.
Tutto intorno i problemi di sempre, le tragedie di sempre. Quando fuori agli chalet fu ucciso Francesco Estatico, febbraio 2004, furono dette più o meno le stesse parole usate in queste ore dopo la morte di Francesco Pio Maimone.
Se hai il vizio della memoria a Napoli impazzisci perché hai l'esatta percezione di ciò che non è cambiato negli anni. Occorre armarsi, sì, ma di cieca fiducia e speranza, per potere andare avanti. Ogni anno che passa è più difficile crederci.