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Meglio un giorno da leone, 100 da pecora o 50 da orsacchiotto? L’intelligenza artificiale risponde a Massimo Troisi e Lello Arena

Un dialogo cinematografico ricco di ironia, una domanda retorica (e con implicazioni politiche). Ma come risponde una intelligenza artificiale al quesito di Vincenzo e Tonino sul leone, pecora e orsacchiotto?
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Troisi e Arena nel film "Scusate il ritardo" (1983)
Troisi e Arena nel film "Scusate il ritardo" (1983)

« Tonì, che ne saccio io della pecora o ‘ddo lione… fa cinquanta giorni da orsacchiotto, almeno stai mmiez', nun faje ‘a figura ‘e mmerd ra pecora e nemmeno ‘o leone ca però campa nu juorno...». Lo strepitoso dialogo fra Vincenzo-Massimo Troisi e Tonino-Lello Arena in "Scusate il ritardo" (1983) è indimenticabile.

Tonino è stato lasciato dalla fidanzata, soffre e vuole (almeno dice) uccidersi per amore, immolandosi in un «giorno da leone». Vincenzo scocciato perché la discussione si svolge sotto una pioggia torrenziale, non rinuncia alla battuta ironica e tagliente sull'orsacchiotto, facendo incollerire il sofferente d'amore.

La parodia in chiave napoletana sulla frase «meglio vivere un giorno da leone che cent'anni da pecora» non è di poco conto. Come spesso è accaduto nei lavori di Troisi la si può guardare anche in chiave "politica".  Si tratta di un motto da sempre attribuito al fascismo, in particolare a Mussolini anche se la frase non è davvero sua, il dittatore se ne appropriò e la fece incidere sulle monete da 20 e 100 lire.

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Non dimentichiamo che anni dopo sempre Massimo Troisi, nel film "Le vie del Signore sono finite" (1987) ambientato durante il Regime, ironizzò su Mussolini replicando ad una entusiasta del Duce che per far sì che i treni arrivassero in orario bastava che lo facessero capo stazione e non che arrivasse a governare tutta l'Italia.

– Da quando c'è lui… treni in orario, e tutto in ordine!
– Per fare arrivare i treni in orario, però se vogliamo mica c'era bisogno di farlo capo del governo. Bastava farlo capostazione…

E veniamo ai giorni nostri. Oggi alla domanda se sia meglio vivere un giorno da leone, 100 da pecora o 50 da orsacchiotto è possibile ottenere una risposta non ironica ma sensata, frutto del lavoro di una intelligenza artificiale. Una delle più note, ChatGPT di OpenAI, replica con molta serietà al quesito proposto. Il "prompt" è «Secondo te, come regola generale di vita, è meglio un giorno da leone, 100 da pecora o 50 da orsacchiotto?».

E la replica è salomonica, moderata, logica, priva di poesia e ironia. Così come la si attenderebbe da una AI:

Nel contesto della vita di tutti i giorni, una regola generale potrebbe essere quella di bilanciare tra i diversi approcci.

Un "giorno da leone" può portare energia e motivazione, ma potrebbe essere faticoso mantenere tale intensità a lungo termine. D'altra parte, la costanza e la pazienza associate a un "giorno da orsacchiotto" potrebbero portare stabilità, ma potrebbe mancare l'entusiasmo.

La chiave potrebbe essere trovare un equilibrio tra i tre approcci, adattandoli alle diverse situazioni della vita. L'importante è essere consapevoli delle proprie esigenze e adottare l'approccio che meglio si adatta al contesto e al momento specifico. La flessibilità e l'adattabilità sono spesso importanti per affrontare le sfide della vita.

Ci resta un unico, grande, rimpianto. Quello di non sapere cosa avrebbe pensato Massimo Troisi, prematuramente scomparso nel 1994, di tutto questo progresso.

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