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Medici a Capodichino per trapianto di fegato bloccati dalla festa dei tifosi del Napoli: “Costretti ad andare a piedi”

La denuncia di un medico dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Dovevano prelevare un fegato per un giovane: ambulanza bloccata dalla festa dei tifosi, hanno dovuto proseguire a piedi. Il Cardarelli: “Trapianto andato bene, nessuna conseguenza”
A cura di Pierluigi Frattasi
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La festa dei tifosi del Napoli a Capodichino la notte tra sabato 18 e domenica 19 gennaio 2025
La festa dei tifosi del Napoli a Capodichino la notte tra sabato 18 e domenica 19 gennaio 2025

"Dovevamo recarci all'Aeroporto di Capodichino per prelevare un fegato per un trapianto ad un ragazzo in urgenza nazionale. Ma l'ambulanza è rimasta bloccata dalla festa dei tifosi del Napoli sabato notte. Costretti a proseguire a piedi con un igloo di 25 litri". A denunciare l'accaduto è la dottoressa Federica Falaschi, medico di Chirurgia epatobiliare e Trapianto di fegato dell'Ospedale "Antonio Cardarelli" di Napoli, che ha pubblicato un post su Facebook. I due medici, alla fine, sono riusciti, comunque, nella loro missione, anche se sono stati costretti a percorrere a piedi circa un km che separava l'ambulanza dall'aeroporto.

L'episodio risale alla notte tra sabato 18 e domenica 19 gennaio scorsi. Secondo il racconto del camice bianco, l'ambulanza a bordo della quale viaggiava il personale medico per prelevare un fegato ai fini del trapianto destinato ad un ragazzo in urgenza nazionale per un epatite fulminante, una volta arrivata a viale Comandante "Umberto Maddalena", nei pressi dello scalo partenopeo, sarebbe rimasta bloccata nel traffico, causato dalle migliaia di tifosi azzurri in attesa del pullman del Napoli di ritorno da Bergamo dopo la vittoria per 3-2 con l'Atalanta.

Il corteo dei tifosi che ha accompagnato il pullman del Club, così come quello di andata di venerdì 17 gennaio, era atteso. Tanto che le forze dell'ordine lo hanno scortato per tutto il tragitto. A parte il traffico inevitabile – anche se le strade non dovevano essere particolarmente affollate, considerando che l'aereo del Napoli è arrivato attorno alle 2,00 – non si sono registrate tensioni, secondo le forze dell'ordine.

Il trapianto è andato a buon fine, come detto. I voli per in trapianti sono programmati di notte proprio per evitate il traffico. Ma le complicazioni impreviste, ovviamente, possono sempre accadere, con processioni, funerali e altri eventi inattesi, così come avvenuto sabato, con il traffico a Capodichino alle 2,30 di notte.

Il medico del Cardarelli, nel suo post, sembra sottolineare il fatto che spesso ci si soffermi più sul grande clamore dell'esultanza, mentre il disagio non viene raccontato. "Possibile che non ci si renda conto della gravità? – si chiede la dottoressa – E se sull'autoambulanza ci fosse stato un padre, una madre, uno zio, un nonno con un infarto in corso? Spiegatemi per favore, perché la mia testa ha dei grossi limiti a capire".

Il Cardarelli: "Trapianto riuscito, nessuna conseguenza"

L'episodio di sabato è stato confermato a Fanpage.it dall'Ospedale Cardarelli. Il fegato da prelevare era destinato ad un giovane paziente di 34 anni. Il Cardarelli ha spiegato:

Non c'è stato alcun impatto sul trapianto. Tutto è andato bene. Il fegato è stato prelevato, è stato trapiantato, il paziente è in terapia intensiva come prevede la procedura. L'unico problema è stato quello del personale che ha dovuto camminare a piedi per raggiungere l'aereo che l'avrebbe portato sul luogo del prelievo dell'organo. L'equipe medica, infatti, quando deve fare un trapianto, va sul posto per prelevare l'organo e lo porta, poi, dove deve essere impiantato. I due operatori non potevano arrivare con il mezzo aziendale all'aeroporto e hanno dovuto proseguire a piedi per circa un chilometro.

Il racconto del medico dell'ospedale Cardarelli: "Episodio grave"

Di seguito il racconto pubblicato su Facebook della dottoressa del Cardarelli:

Questa notte anche io mi sono ritrovata tra i “festeggiamenti” a Capodichino, ma per un'altra motivazione: stavo cercando di raggiungere l'aeroporto per andare a prelevare un fegato ai fini del trapianto destinato ad un ragazzo in urgenza nazionale per un'epatite fulminante. Arrivata a viale Comandante Umberto Maddalena, mi sono immediatamente resa conto che quello che avevo davanti non era traffico, ma macchine ferme in attesa del pullman dei calciatori. Spente. Chiaramente a nulla sono servite le sirene accese, anzi sono stata “gentilmente” invitata a spegnerle, disturbavano lo spirito di festa.

E conclude:

Per evitare ulteriori ritardi io e il mio collega siamo stati costretti ad arrivare a piedi al varco di ingresso all’aeroporto (circa un km), portando un igloo contenente più o meno 25 litri di liquidi da perfusione, un igloo pieno di ghiaccio ed una valigia con gli strumenti chirurgici. Alle 02.30 di notte. Con molte ore di lavoro davanti. Possibile che non ci si renda conto della gravità? Possibile che giornali pubblichino articoli goliardici su quanto successo? E se sull'autoambulanza ci fosse stato un padre, una madre, uno zio, un nonno con un infarto in corso? Spiegatemi per favore, perché la mia testa ha dei grossi limiti a capire.

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