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Scavando nel sistema del narcos Imperiale emergono ancora milioni e tonnellate di cocaina

Sequestrate società e beni a Giovanni Fontana e al fratello Michele; l’imprenditore sarebbe stato l’autotrasportatore di fiducia di Raffaele Imperiale.
A cura di Nico Falco
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Raffaele Imperiale al momento dell'arresto
Raffaele Imperiale al momento dell'arresto

Sarebbe stato l'uomo di fiducia di Raffaele Imperiale per il trasporto di montagne di cocaina in tutto il mondo: tonnellate dal Brasile e dall'Olanda, quintali inviati in Australia e dei quali l'organizzazione avrebbe perso traccia. Un patrimonio costruito sul traffico internazionale di stupefacenti, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, quello di Giovanni Fontana, imprenditore di Villa Literno e presidente della squadra di calcio locale: oggi è scattato il sequestro della società che condivide col fratello, Michele Fontana: sotto chiave beni per 52 milioni di euro.

I carichi di cocaina dal Brasile,  dall'Olanda e verso l'Australia

Alla base del sequestro di prevenzione c'è l'ordinanza di custodia cautelare che era stata emessa nel novembre scorso dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di Giovanni Fontana, accusato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Gli inquirenti hanno analizzato le comunicazioni del narcos, criptate attraverso i sistemi Eurochat e Sky ECC, e hanno ricostruito che Fontana avrebbe messo a disposizione del gruppo di Imperiale un deposito per nascondere due container contenenti 600 chili di cocaina diretti in Australia.

Lo stesso Imperiale, divenuto dopo l'arresto collaboratore di giustizia e ritenuto a capo di un impero della droga così potente da rifornire persino la ‘ndrangheta, ha confermato il coinvolgimento dell'imprenditore, che avrebbe avuto in cambio oltre 7 milioni di euro. Ha detto che Fontana avrebbe supportato Imperiale per il trasporto di 6 tonnellate di cocaina dal Brasile, in due operazioni avvenute tra il 2008 e il 2010.

Il narcos ha aggiunto di avere nuovamente contattato l'imprenditore liternese, tramite il suo collaboratore Daniele Ursini, per altri trasporti, questa volta dall'Olanda, una decina in totale, tra il 2017 e il 2021; la circostanza è stata confermata da Ursini, anche lui tratto in arresto nel novembre 2021, nel corso dell'interrogatorio del 13 dicembre 2022.

I rapporti col capoclan Zagaria dei Casalesi

Nel quadro degli inquirenti sulla pericolosità sociale di Giovanni Fontana, oltre ai precedenti penali per rapina, furto e armi, anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, in passato esponenti di spicco dei Casalesi, fazioni Schiavone e Zagaria, che lo hanno descritto come imprenditore colluso col gruppo di "Capastorta".

Il fratello, Michele Fontana, legato da vincoli societari a Giovanni, per gli inquirenti avrebbe con lui condiviso non solo le strategie commerciali ma anche quelle illecite, dati emersi dalle verifiche sulla gestione delle aziende di trasporto e degli impianti di trattamento rifiuti da loro gestiti.

Proprio grazie all'appoggio del capoclan dei Casalesi i due imprenditori avrebbero fatto diventare le proprie aziende leader nel trasporto e nella gestione dei rifiuti. I carabinieri del Gruppo per la Tutela dell'Ambiente, insieme ai finanzieri, hanno sequestrato oggi a Castel Volturno (Caserta) un parcheggio con circa 200 camion, appartenenti a una delle loro società.

Sequestro da 52 milioni di euro al socio del narcos Imperiale

Una delle società sequestrate era stata sottoposta a controllo giudiziario ma, a seguito di ulteriori elementi emersi sulla figura dell'imprenditore, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e la Procura Nazionale Antimafia avevano chiesto l'aggravamento della misura; il provvedimento, emesso dalla sezione per l'Applicazione delle Misure Prevenzionali del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stato eseguito stamattina dai finanzieri dei Comandi Provinciali di Napoli e Caserta e dai carabinieri per la Tutela dell'Ambiente di Napoli.

Le indagini patrimoniali, relative al periodo 2021-2022, hanno evidenziato una sproporzione tra i redditi dei due imprenditori e le loro proprietà. Da qui il sequestro di oggi: quote e compendi aziendali di 8 società, 120 immobili tra fabbricati e terreni, 6 tra auto e moto, oltre al blocco dei rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 52 milioni di euro.

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