Maurizio De Giovanni polemizza con chi si stupisce perché miss Italia è di Scampia e va all’università
È come al solito sottile, alla Massimo Troisi, ironia che tocca appena appena il sarcasmo e poi si ferma per non esagerare. Parliamo di Maurizio De Giovanni, lo scrittore e sceneggiatore napoletano più amato da chi legge i romanzi polizieschi (i cosiddetti "gialli") ma anche da chi è patito di fiction di qualità. Dal "commissario Ricciardi" a "Mina Settembre" ai "Bastardi di Pizzofalcone" e ora in cantiere un progetto con Netflix, De Giovanni non ha mai rinunciato ad uno sguardo sulla sua città, sia in ambito sportivo (è tifosissimo del Napoli) sia sui fatti di cronaca, con una sincera analisi sulle luci e ombre partenopee.
Stavolta, la sintesi dello scrittore tocca una vicenda "laterale" ma che evidentemente ha colpito la sensibilità dell'autore napoletano. È quella di Zeudi Di Palma, nuova Miss Italia incoronata nella notte fra lunedì e martedì scorso. La giovane studentessa universitaria è napoletana ed è originaria di Scampia. Parliamo di quella periferia Nord di Napoli che suo malgrado si trascina un carico di storia più caratterizzata da camorra e violenza che di bellezza e studio. Un carico negli anni amplificato dalle produzioni cinematografiche e fiction sul tema, una su tutte, le quattro stagioni della serie televisiva "Gomorra".
Scrive De Giovanni su Facebook:
Ma guarda un po’. Quindi a Napoli, e addirittura a Scampia, ci sono belle ragazze. E anche in gamba. Perfino iscritte all’università. Incredibile.
Il suo riferimento non è, ovviamente, alla ragazza né alla famiglia che hanno rivendicato con orgoglio il loro luogo di provenienza, un quartiere che ha sostenuto l'avventura di Zeudi fin dall'inizio. Il riferimento è a chi ha commentato immaginando che l'indirizzo di residenza della ragazza potesse rappresentare l'unica caratteristica da evidenziare. È tale lo scoramento che il sempre moderato De Giovanni si lascia andare ad una rassegnata affermazione: «Francamente il mondo della comunicazione comincia a farmi un po’ schifo».