Maurizio Cerrato ucciso per un parcheggio, presi i 4 assassini: accusati di omicidio volontario
Individuati e fermati nella notte i quattro assassini di Maurizio Cerrato, il custode degli Scavi di Pompei di Torre Annunziata, ucciso brutalmente a 61 anni in via IV Novembre con una pugnalata al petto il 19 aprile scorso per difendere la figlia in una lite per un parcheggio. Gli aggressori subito dopo il delitto erano fuggiti. La ragazza aveva fin da subito parlato di un agguato fatto da più persone. Ed è scattata la caccia all'uomo. Nelle prime ore di questa notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata nei confronti di 4 persone, ritenute responsabili dell’omicidio. Secondo gli inquirenti, si sarebbe trattato di una "vera e propria spedizione punitiva". In quattro lo avrebbero tenuto fermo mentre veniva pugnalato al petto davanti alla figlia.
Accusati di omicidio volontario
Sono accusati di omicidio volontario in concorso i 4 fermati per l'omicidio di Maurizio Cerrato. Si tratta di Giorgio Scaramella (41 anni), Domenico Scaramella (51 anni), Antonio Venditto (26 anni) e Antonio Cirillo (33 anni). Le attività investigative dei carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre Annunziata sono state rese più difficili dall'assenza di immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. Soprattutto, ricostruire la condotta di chi era presente, di chi ha partecipato e dei ruoli ricoperti da ciascun indagato è stato reso ulteriormente complicato a causa di testimonianze non complete, raccolte in un clima di omertà. I 4 fermati sono stati trasferiti presso il carcere di Napoli Poggioreale. Maurizio sarebbe stato ucciso perché aveva protestato per un posto auto abusivamente occupato con delle sedie da 12 anni. Questa la dinamica che è emersa nelle scorse ore, stando a quanto precisato dalla Procura di Torre Annunziata, guidata da Nunzio Fragliasso.
La figlia: Ho subito un dispetto, mio padre mi ha difesa
La figlia Maria ha raccontato per la prima volta proprio a Fanpage.it la terribile sera del 19 aprile: "Ho sempre saputo chi fosse mio padre e si è fatto ammazzare… è stato soltanto per difendere me. Mio padre il cric l'ha ricevuto in testa prima, molto prima se comunque si è difeso dopo gli è stato teso un agguato". E poi la ragazza parla di agguato: "Mi ha dovuto difendere perché mi è stato fatto un dispetto, mi è stata bucata una ruota (dell'auto ndr.) . E io non me la sono tenuta (cioè ha reagito ndr.), perché non trovavo giusta questa cosa". Maria racconta di aver tolto la sedie che i ragazzi usavano per occupare il posto. Un gesto che al gruppo non è andato giù e così "hanno iniziato ad aggredirmi in un garage dieci metri più avanti , dove avevo fermato la macchina e mio padre mi aveva cambiato la ruota, dopodiché sono venute due persone che hanno aggredito me e mio padre. Quando la situazione sembrava quasi essersi placata, uno dei due ha chiamato altre persone, gli hanno teso un agguato, l'hanno accoltellato davanti a me".
Il vescovo: Accoltellata un'intera città
A ricordare Maurizio è anche il vescovo di Nola, Francesco Marino: "Chi ha ucciso Maurizio ha dato una accoltellata all'intera città". E poi aggiunge: "Sento di esprimere alla moglie e alle figlie di Maurizio Cerrato, vittima di tanta brutale violenza, la vicinanza spirituale e assicurare la preghiera mia e della chiesa di Nola tutta". Per il vescovo si tratta di qualcosa di inaccettabile "che qualcuno si ritenga padrone della vita di altri, oltre che padrone di pezzi di territorio comune: assurdo che un'intera città, ricca di rette coscienze, debba essere infangata dalla delinquenza di pochi. Invoco il Signore perché doni a tutti un vero sussulto di autoconsapevolezza e la volontà fattiva di costruire insieme, nella vita quotidiana, tessuti di giustizia e legalità".
Il sindaco di Torre Annunziata: "Soddisfatti per il fermo"
"Apprendo con enorme soddisfazione – il commento del sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione – la notizia dell'arresto, da parte dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, di quattro persone ritenute responsabili dell'omicidio del nostro concittadino Maurizio Cerrato, avvenuto lo scorso 19 aprile. A nome dell'amministrazione comunale e dell'intera comunità cittadina rivolgo il mio ringraziamento alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata e alle donne e gli uomini dell'Arma per il meticoloso e incessante lavoro svolto durante le indagini, grazie al quale è stato possibile assicurare alla giustizia in tempi brevissimi i responsabili dell'efferato omicidio. Rinnovo la mia assoluta vicinanza ai familiari, la cui esistenza è stata stravolta per sempre quella maledetta sera di quattro giorni fa. Sono conscio del fatto che nessun arresto o condanna, che mi auguro sia esemplare, potrà mai alleviare l'indicibile sofferenza causata dall'assurda morte del loro amatissimo Maurizio".
Cordoglio dai colleghi del Museo di Capodimonte
Il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger e tutto il personale di vigilanza "sono vicini al terribile dolore della famiglia del loro collega Maurizio Cerrato, barbaramente ucciso per futili questioni di parcheggio a Torre Annunziata. Ci stringiamo intorno alla moglie e alle figlie per una brutalità che non conosce eguali – dice Bellenger – Abbiamo perso un amico sincero, un collega leale, una bella persona che cominciava il suo lavoro tutte le mattina con il sorriso" lo ricordano in lacrime i colleghi, sgomenti per l'accaduto. Cerrato aveva lavorato dal 2002 al 2012 a Capodimonte fino alla richiesta di trasferimento al Parco Archeologico di Pompei, proprio per stare più vicino alla famiglia.