Maurizio Cerrato, ucciso per un parcheggio: condannati a 23 anni i responsabili
Condannati a 23 anni i responsabili della morte di Maurizio Cerrato, ucciso il 19 aprile del 2011 per una lite dovuta ad un parcheggio. Le condanne sono arrivate quest'oggi, dai giudici delle Corte d'Assise di Napoli. Testimone oculare dell'efferato omicidio fu la figlia, che aveva litigato proprio a causa del parcheggio con i quattro condannati: la Procura oplontina, attraverso il sostituto procuratore Giuliana Moccia, aveva chiesto l'ergastolo per tutti e quattro, ma i giudici li hanno invece condannati a 23 anni di reclusione.
Maurizio Cerrato, 61 anni, vigilante degli scavi di Pompei, era sceso per intervenire dopo che la figlia stava litigando con i quattro oggi condannati: casus belli fu il parcheggio che la ragazza aveva fatto in un posto che era "occupato" da una sedia. Sedia che costituiva per i quattro una sorta di "prelazione" per il parcheggio. Subito dopo aver lasciato l'auto parcheggiata, infatti, la giovane la trovò con uno degli pneumatici bucati: da qui il litigio, nel quale prese letteralmente gli schiaffi dagli aggressori. Il padre, subito avvisato, si era recato sul posto per provare a riportare la calma, non senza difficoltà: poco dopo, in un parcheggio privato dove aveva portato l'auto per ripararla e tornare a casa, fu invece affrontato da più persone, barbaramente picchiato e infine accoltellato al petto. Un fendente che lo colpì al cuore, uccidendolo, tra le urla disperate della ragazza che aveva assistito a tutta la vicenda. Inutile la corsa in ospedale: giunto in codice rosso all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, si era spento poco dopo.