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Maurizio Cerrato ucciso per un parcheggio a Torre Annunziata, in 4 rinviati a giudizio

Flash mob al Tribunale del Comitato contro la Camorra. Il Comune di Torre Annunziata parte civile, assieme ai familiari di Cerrato. Il processo dal 6 maggio.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Rinviati a giudizio i quattro accusati dell'omicidio di Maurizio Cerrato, ucciso per un parcheggio il 19 aprile dello scorso anno, a Torre Annunziata. Pugnalato al cuore, mentre in quattro lo tenevano fermo, per aver difeso la figlia aggredita da una famiglia che pretendeva che la ragazza non lasciasse l'automobile in un tratto di strada pubblica considerato dagli aggressori il proprio parcheggio privato, tanto che l'avevano occupato con una sedia. Maurizio, che faceva il custode al Parco Archeologico di Pompei, aveva 61 anni.

Il Comune di Torre Annunziata parte civile

Oggi si è tenuta l'udienza preliminare presso il Tribunale di Torre Annunziata. Il giudice ha deciso di rinviare a giudizio le 4 persone attualmente imputate per il delitto. Il processo a carico di Antonio Cirillo, Giorgio e Domenico Scaramella e Francesco Cirillo si celebrerà a partire dal prossimo 6 maggio presso la Corte d'Assise di Napoli. L'udienza di oggi ha stabilito anche le parti civili costituite nel procedimento giudiziario: si tratta della vedova di Maurizio Cerrato, delle due figlie della coppia, della sorella dell'uomo, del Comune di Torre Annunziata e dell'associazione Polis.

Maurizio Cerrato e la figlia
Maurizio Cerrato e la figlia

I quattro imputati erano finiti in manette quattro giorni dopo l'omicidio, il 23 aprile, raggiunti da un provvedimento di fermo eseguito dai carabinieri. Nel ricostruire quell'aggressione la Procura di Torre Annunziata aveva parlato di "una vera e propria spedizione punitiva": Cerrato era stato prima colpito con un cric al volto e poi, in quattro, lo avrebbero tenuto fermo mentre lo accoltellavano al petto davanti alla figlia.

Flash mob del Comitato di liberazione dalla camorra

"Accanto a Tania, Maria Adriana e Andrea Sveva – afferma il senatore Sandro Ruotolo – per chiedere verità e giustizia. Oggi si è celebrata la prima udienza presso il TrIbunale di Torre Annunziata nei confronti delle quattro persone che, il 19 aprile dell'anno scorso, aggredirono e uccisero Maurizio Cerrato. La sua ‘colpa' è stata quella di aver difeso sua figlia, minacciata e aggredita per avere deciso di parcheggiare la sua auto in un posto sulla pubblica strada abitualmente occupato abusivamente da sedie per conservare lo spazio della sosta a noti personaggi malavitosi.

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"Il Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare Area Sud di Napoli – conclude Ruotolo – insieme ad associazioni, sindacati, familiari di vittime innocenti e cittadini ha dato vita a un flash mob davanti al Tribunale di Torre Annunziata per schierarci con la famiglia Cerrato. L'omicidio Cerrato è uno spartiacque: Occorre decidere da che parte stare. Sul banco degli imputati oltre agli imputati c'è anche la sub cultura malavitosa, il virus dell'indifferenza, il falso alibi della paura, l'essere complici e conniventi perché non si è contro la camorra".

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