Matrimonio nell’Archivio di Stato, tecnici a Napoli per accertare i danni
Gli affreschi che decorano i locali monumentali dell'Archivio di Stato di Napoli, i preziosi documenti antichi contenuti e, più in generale, l'intera struttura: sarà tutto passato al setaccio dai tecnici, che dovranno verificare se ci sono stati dei danni dopo la festa di matrimonio con 300 invitati che si è tenuta nell'insolita location lo scorso 7 dicembre. La decisione di procedere con le verifiche è stata presa da Antonio Tarasco, direttore generale archivi del ministero della Cultura.
I tecnici del Ministero a Napoli per accertare i danni
I tecnici, precisa Tarasco in una nota, dovranno verificare "l'integrità dei luoghi e del patrimonio documentario interessato dagli eventi" e, inoltre, "le condizioni più restrittive e maggiormente compatibili con il decoro e la dignità della sede in presenza delle quali potranno essere consentite le concessioni a terzi degli spazi". La Direzione generale archivi ricorda, infine, che "celebrazioni ed eventi sono consentiti dalla normativa solo con modalità rispettose dei luoghi ove essi si svolgono".
Il matrimonio nell'Archivio di Stato
Le immagini della festa erano finite in Rete ed erano state riportate anche da "Emergenza Cultura", sito web che tratta della tutela e della gestione del patrimonio culturale. Nodo della questione, comprensibilmente, la compatibilità tra un evento del genere, con centinaia di invitati, e la tutela dei locali e dei beni presenti nell'Archivio di Stato.
La replica della dirigente Carrino
Dopo la richiesta di chiarimenti arrivati dal ministero della Cultura, la direttrice Candida Carrino aveva sottolineato, con una nota, che era "tutto autorizzato" e che "non vi è stato alcun danno". In particolare, aveva spiegato che l'effetto fumo, utilizzato per creare atmosfera, era stato ottenuto con del ghiaccio secco, dello stesso tipo utilizzato per gli spettacoli al Teatro San Carlo, aggiungendo che "durante gli eventi, il sistema di rilevazione del fumo viene spento. Qui non è stato fatto ed è partito"; non ci sarebbe stata, infine, nessuna candela, ma sarebbero state usate soltanto "luci a led".