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Mascherine all’aperto, cosa dice l’ordinanza della Regione Campania firmata da De Luca

Cosa dice l’ordinanza che obbliga a tenere la mascherina anche all’aperto in Campania? A leggere attentamente il testo firmato da Vincenzo De Luca si scopre che ricalca in tutto e per tutto quello del ministero della Salute. Ma intanto la polemica politica (con Matteo Salvini e Luigi De Magistris) è già innescata.
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È passata la notizia secondo la quale in Italia da lunedì 28 giugno non ci sarà più l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto tranne che in Campania. Ma è davvero così? L'ordinanza emanata venerdì scorso (la numero 19 del 25 giugno 2021) cosa dispone? A leggere attentamente si scopre che l'atto regionale dice niente di più e niente di meno di ciò che è già scritto nell'ordinanza del ministro della Salute datata 22 giugno 2021.

Premessa d'obbligo: in un anno e mezzo di pandemia abbiamo imparato che quando si parla di prescrizioni sul Covid ci si muove spesso su un piano scivoloso e di ambiguità e conflitto tra Stato, Regioni, Comuni. Spesso vale la  ‘notizia'  e il clamore con cui è annunciata. La notizia è che da fine giugno niente mascherine all'aperto? E così sarà. Difficile che le forze dell'ordine da lunedì saranno in giro con il pacco di ordinanze in mano a ‘spaccare il capello'.

L'ordinanza mascherine in Campania: è valida?

Dunque cosa dice l'ordinanza mascherine e movida della Regione Campania? Semplice: si dichiara «in conformità» con quanto previsto dall'ordinanza del ministro della Salute. Che a sua volta dispone: «utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, anche all’esterno, resta fermo, tra l’altro, in ogni situazione in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o quando si configurino assembramenti o affollamenti».

È su questo passaggio che ‘si regge' l'ordinanza di De Luca: bisogna indossare la mascherina anti-Covid nelle situazioni in cui non si può mantenere distanziamento o vi siano affollamenti. In pratica, la totalità della movida di Napoli e provincia, di molto del Salernitano e di alcune zone del Casertano.  Pensate ai vicoli dei baretti nei centri storici, ai kebab e botteghe di fritturine, ai banchetti affollati da decine di avventori nottetempo.

L'ordinanza del presidente della Regione Campania (che si muove nel pieno dei suoi poteri) non fa altro che elencare zone ad  alto rischio affollamento a mo' di esempio (è scritto proprio così: «per esempio…»). Quali sono queste zone secondo don Vincenzo? Centri urbani, piazze e lungomari. E quando? Nelle ore e nelle situazioni di affollamento.

De Luca nel suo atto spiega che l'ordinanza ministeriale è stata interpretata in una versione permissivista senza essere tale. E ovviamente accusa di questo i giornali (in una ordinanza!). Scrive: «a differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa, la recente ordinanza del 22 giugno del ministro della Salute, lungi dal disporre la cessazione indiscriminata dell’obbligo dei dispositivi di protezione delle vie aree (cd. mascherine), lascia fermo – al contrario – detto obbligo […] in ogni situazione in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o si configurino assembramenti o affollamenti. Ebbene, tali situazioni sono quantomai frequenti e diffuse nei centri urbani del territorio regionale, caratterizzato da alta densità abitativa».

Il passaggio dell'ordinanza regionale su mascherine
Il passaggio dell'ordinanza regionale su mascherine

Dunque da lunedì 28 giugno in Campania cosa occorrerà fare per evitare la (assai improbabile) multa? Semplice: continuare a portare in tasca la mascherina anche se si sta all'aperto. E indossarla nei momenti di ressa. Facile a dirsi, impossibile da fare: basti pensare che appena qualche giorno fa a San Pietro a Patierno, zona Nord di Napoli, per un evento con Nino D'Angelo centinaia di persone si sono ritrovate in poche decine di metri quadrati una addosso all'altra. Le foto sono su Facebook: è quasi impossibile trovarne uno con la mascherina.

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Contro De Luca e l'obbligo di mascherine

Contro Vincenzo De Luca e l'ordinanza anti-movida (vieta anche alcolici da asporto dalle ore 22 alle 6 del mattino) si schierano Matteo Salvini e Luigi De Magistris che da posizioni opposte sono i suoi due principali detrattori politici.  Il leader della Lega annuncia di voler portare il caso all'attenzione di Draghi: «Da una parte ci sono la libertà, il buonsenso, il diritto al lavoro e ad una prudente normalità, dall'altra ci sono inspiegabili divieti e ideologia. I campani non si meritano questo, lo segnalerò già oggi al presidente del Consiglio». Il sindaco uscente definisce l'ordinanza «dannosa» e «viziata da eccesso di potere» descrivendola come punitiva nei confronti dei cittadini.

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