Marzia Capezzuti, rinvio a giudizio per Barbara Vacchiano e il marito Damiano Noschese
Rinvio a giudizio per Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, i due coniugi indagati per la morte di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese scomparsa da Pontecagnano Faiano e poi ritrovata morta a distanza di mesi in un casolare abbandonato a pochi chilometri, nel territorio di Montecorvino Pugliano. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, accogliendo la richiesta avanzata dal pubblico ministero Licia Vivaldi, titolare delle indagini svolte prima dai militari dell'Arma in forza al Nucleo Operativo e Radiomobile di Battipaglia e poi ai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale di Salerno.
Il prossimo 18 aprile la prima udienza davanti alla Corte d'Assise di Salerno presieduta dal giudice Vincenzo Ferrara e dal giudice a latere Gabriella Passaro. Fino ad allora, le parti dovranno presentare le liste di testimoni che saranno poi sentiti durante il processo. Il Comune di Pontecagnano Faiano e tre associazioni contro la violenza sulle donne sono state ammesse come parti civili al processo.
La coppia è indagata per svariate ipotesi di reato: omicidio volontario, occultamento di cadavere, maltrattamenti, sevizie, sequestro di persona e indebito utilizzo del bancomat della ragazza, che percepiva una cospicua pensione di invalidità. Marzia Capezzutti scomparve nel nulla attorno all'8 marzo 2022, e del suo caso si occuparono fin da subito le telecamere di "Chi l'ha visto". Il suo corpo privo di vita venne trovato poi il 25 ottobre successivo da un pastore all'interno di un casolare abbandonato a Montecorvino Pugliano, a pochi chilometri dalla stessa Pontecagnano Faiano.