Marzia Capezzuti, chiuse le indagini: rischiano l’ergastolo Barbara Vacchiano e Damiano Noschese
Si sono chiuse le indagini sulla morte di Marzia Capezzuti: per i due indagati, Barbara Vacchiano e il marito Damiano Noschese, le accuse sono, in concorso, di omicidio aggravato e occultamento di cadavere, maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, indebito utilizzo di carta di debito, e di averla messa con sevizie e crudeltà in uno stato di incapacità di intendere e volere contro la sua volontà. Assieme a loro è indagato anche il figlio minore della coppia, il cui legale ha scelto il rito abbreviato condizionato.
Quest'oggi l'avviso della conclusione delle indagini preliminari da parte del pubblico ministero Licia Vivaldi nei confronti di marito e moglie per la morte di Marzia Capezzutti, la 29enne milanese prima scomparsa da Pontecagnano Faiano e poi ritrovata morta mesi dopo, in un casolare abbandonato tra Montecorvino Pugliano e la stessa Pontecagnano Faiano, nella provincia di Salerno. Il figlio minore della coppia, indagato come i genitori, è in attesa di perizia psichiatrica: bisognerà infatti valutare la sua capacità di intendere e di volere al momento del reato e, soprattutto, la perizia sulla telefonata in cui "confessò" alla sorella Annamaria il fatto.
"Abbiamo ottenuto il rito abbreviato condizionato. Il padre ha rilasciato dichiarazioni spontanee dove ha detto che il ragazzino non c'entra nulla, è intervenuto ‘solo’ per occultare il cadavere": così uno dei suoi legali, Francesco Rocciola, intervenuto a Chi l'ha visto?, la trasmissione di Rai 3 che si occupò fin da subito della sua vicenda. Particolarmente dura la posizione di Barbara Vacchiano e Damiano Noschese: marito e moglie rischiano infatti l'ergastolo.