Mario Paciolla, si va verso l’archiviazione: protestano i familiari, il gip si riserva di decidere
Il giudice per le indagini preliminari di Roma si è riservato di decidere in merito alla possibilità di archiviazione delle indagini sulla morte di Mario Paciolla, il 33enne cooperante napoletano trovato morto nella sua abitazione in Colombia. I familiari però hanno presentato opposizione, e ora sperano che venga accolta. Assieme ai familiari, assistiti dall'avvocato Alessandra Ballerini, c'erano anche attivisti ed amici di Mario Paciolla, fin dal primo giorno al loro fianco nella battaglia per accertare la verità sulla morte del giovane cooperante napoletano. I pm romani avevano inizialmente avviato un fascicolo per omicidio contro ignoti: ma dopo quasi tre anni di indagini, non avrebbero trovato elementi in tal senso, muovendosi così verso l'archiviazione.
"Siamo soddisfatti di aver potuto elencare in un'aula di giustizia tutti gli elementi anche scientifici a riprova del fatto che secondo noi Mario è stato ucciso", spiegano i genitori Anna Motta e Giuseppe Paciolla, "e che si tratta di un omicidio camuffato da suicidio. Si tratta di tracce sulla scena del crimine, elementi che riguardano il contesto lavorativo e messaggi dai quali emerge che Mario aveva paura", hanno aggiunto, "aveva paura per la sua vita e voleva tornare in Italia dalla sua famiglia al sicuro. Mario immaginava il suo futuro, non c'erano segnali che facessero pensare al suicidio, era una persona sana che teneva alla sua salute, voleva vivere, per sé e per la sua famiglia", concludono i genitori del giovane cooperante italiano, trovato senza vita impiccato ad una corda nell'abitazione dove alloggiava il 15 luglio del 2020 a San Vicente del Caguàn in Colombia.