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Mario Carotenuto ucciso ad Angri perché disturbava i clienti di un locale: fermati il proprietario e un dipendente

Carotenuto, detto “‘o guerriero”, è stato ucciso con un colpo di pistola ad Angri nella notte tra sabato e domenica: i carabinieri hanno ricostruito movente e dinamica dell’omicidio, sottoponendo a fermo il proprietario e un dipendente di un noto locale della movida.
A cura di Valerio Papadia
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La vittima, Mario Carotenuto
La vittima, Mario Carotenuto

Premeditazione e futili motivi. Queste le aggravanti dell'omicidio di Mario Carotenuto, detto "‘o guerriero", il 35enne ucciso nella notte tra sabato e domenica ad Angri, nella provincia di Salerno: Carotenuto è stato rinvenuto per strada, in una pozza di sangue, tra via Procida e via Risi. I carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore hanno sottoposto a fermo due uomini, un 40enne e un 30enne: si tratta, rispettivamente, del proprietario di un noto locale della movida di Angri e di un suo collaboratore, indiziati dell'omicidio del 35enne, che sono stati portati nel carcere di Salerno.

Carotenuto ucciso con un colpo di pistola: "punito" perché infastidiva i clienti del locale

Il luogo dell'omicidio
Il luogo dell'omicidio

Le indagini dei carabinieri, che si sono avvalse delle immagini delle telecamere poste in strada, hanno permesso di ricostruire il movente e la dinamica dell'omicidio di Mario Carotenuto. Nella notte tra sabato e domenica, infatti, il 35enne avrebbe disturbato proprietari e avventori di alcuni locali della movida del centro storico cittadino, tra cui quello dell'imprenditore sottoposto a fermo.

L'imprenditore e il suo collaboratore avrebbero allora progettato l'agguato a Carotenuto, una vera e propria spedizione punitiva: il 35enne è stato raggiunto in strada in piena notte e ucciso con un colpo di pistola. L'attività investigativa ha permesso ai carabinieri di individuare l'imprenditore 40enne e il suo collaboratore 30enne, che sono stati sottoposti a fermo: sequestrati anche una mazza da baseball e una pistola, utilizzate per l'agguato.

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