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Marinaio 20enne rimpatriato con le gambe rotte, la compagnia: “È stato sempre assistito”

La Grimaldi, compagnia di navigazione per la quale lavorava il macchinista 20enne, ha rilasciato un comunicato nel quale esprime vicinanza al lavoratore.
A cura di Valerio Papadia
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Sarà la Procura di Santa Maria Capua Vetere a fare chiarezza sulla vicenda che riguarda un 20enne di Mondragone, nella provincia di Caserta, macchinista sulla nave Grande Texas della compagnia Grimaldi, che è stato rimpatriato, come hanno denunciato gli zii, con le gambe rotte: il 20enne si trova ora ricoverato nel reparto di Chirurgia Vascolare dell'ospedale Cardarelli di Napoli.

Il gruppo Grimaldi, dopo la denuncia dei famigliari del macchinista, nelle scorse ore ha rilasciato un comunicato, nel quale ha espresso la propria vicinanza al 20enne, ribadendo però di aver assicurato al lavoratore tutte le cure necessarie.

"Mentre la Grande Texas era in sosta nel porto di Misurata (Libia), tra l'11 e il 24 marzo scorso, il marittimo ha manifestato segni di malessere psicofisico per i quali è stato prontamente assistito dal resto dell'equipaggio e dal personale medico militare di stanza in Libia. Tale assistenza sanitaria è stata garantita durante tutta la permanenza della nave Grande Texas nel porto libico, mentre i familiari del marittimo sono stati costantemente aggiornati sulle sue condizioni di salute" ha fatto sapere la compagnia di navigazione.

"Mio nipote legato al letto con dei cavi": la denuncia della zia

La vicenda è emersa proprio grazie al racconto che la zia del giovane ha fornito alle forze dell'ordine e ai magistrati della Procura sammaritana. Secondo la donna, il 20enne sarebbe stato legato al letto con dei cavi che vengono utilizzati comunemente sulle navi per assicurare i veicoli durante la navigazione.

La donna ha raccontato agli inquirenti che le comunicazioni con il nipote si sono interrotte lo scorso 14 marzo, quando è stata avvertita dal comandante della nave che il nipote aveva avuto un malore, manifestava comportamenti violenti ed era in stato confusionale: per questo era stato chiuso in cabina. La zia avrebbe avuto poi contati solo con il comandante e con una dottoressa della base militare italiana di Misurata: rimpatriato il 24 marzo, il 20enne con mezzi privati è stato trasportato all'ospedale Cardarelli di Napoli, dove è tuttora ricoverato, con le gambe rotte.

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