Maria Ungureanu, morta in piscina nel Sannio: per il giudice non è stata uccisa
A distanza di 5 anni, ancora un colpo di scena nel caso che riguarda la morte di Maria Ungueranu, la bambina di 9 anni trovata morta nella piscina di un agriturismo di San Salvatore Telesino, nella provincia di Benevento, il 19 giugno del 2016. Per Vincenzo Landolfi, gip del Tribunale di Benevento, la bambina non è stata uccisa: il giudice per le indagini preliminari ha dunque respinto il ricorso dei famigliari della piccola e ha disposto l'archiviazione dei reati di omicidio e violenza sessuali imputati a Daniel Ciocan – principale indiziato per la morte di Maria – e per il padre della bambina, che era indiziato solo della violenza sessuale nei suoi confronti. Nei confronti di Ciocan, il gip ha disposto che si proceda soltanto per abbandono di minore: l'uomo, amico di famiglia, fu l'ultimo a vedere in vita la bambina, dal momento che l'accompagnò all'agriturismo nel quale ha poi trovato la morte.
Una nuova autopsia sul corpo di Maria Ungueranu, effettuata nei primi mesi del 2020 – prima che in Italia arrivasse la pandemia di Coronavirus – aveva infatti già escluso in maniera categorica che sulla bambina si fosse compiuta violenza sessuale, contrariamente a quanto si era ipotizzato nelle prime fasi delle indagini.
"Tale conclusione deve essere quella di scagionare da subito il mio assistito al quale era stato addebitato il reato di violenza sessuale nella scorsa udienza innanzi al gup che, non accogliendo le richieste della Procura di archiviare il caso, decideva di continuare con le indagini addebitando, oltre all'omicidio ed alla violenza a Daniel Ciocan, la violenza sessuale anche al padre che, a questo punto dovrebbe essere prosciolto" aveva dichiarato in quella occasione l'avvocato Gallo, difensore del padre della bambina.